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La Terra dell’Abbastanza (2018)

Recensione

La Terra dell’Abbastanza – Recensione: l’inarrestabile treno della morte

La Terra dell'Abbastanza scena film

Film d’esordio dei fratelli D’Innocenzo, “La Terra dell’Abbastanza” è un film italiano presentato al Festival di Berlino 2018, dove ha ricevuto una calda accoglienza dalla critica. Mirko e Manolo sono due giovani ragazzi della periferia romana che, dopo aver investito accidentalmente un uomo, si ritrovano in un turbinio di situazioni dalle quali è davvero difficile uscire.

I protagonisti, avendo bisogno di denaro, entrano a far parte di un clan malavitoso. Il loro è un vero e proprio ingresso in un’inferno da cui è impossibile uscirne vivi.

La Terra dell’Abbastanza: lo specchio di una realtà di periferia

Con la maestria di Paolo Carnera, direttore alla fotografia, ciò che vediamo è una realtà povera e malfamata della periferia romana. La storia di Mirko e Manolo è come quella di molti ragazzi che, accecati dal desiderio di denaro, sono disposti a tutto. Il giro della prostituzione, della droga, degli omicidi sono solamente alcune prove che i protagonisti devono superare. Salire sul treno è semplice, scendere no; anzi è impossibile.

L’interpretazione impeccabile dei due giovani attori, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti, permette allo spettatore di entrare ed appassionarsi delle loro vite. Il loro è un fortissimo rapporto di amicizia, tanto che Manolo non riesce ad affrontare da solo il suo “rito di passaggio” per entrare nel clan e chiede l’aiuto di Mirko.

La Terra dell’Abbastanza: due ruoli fondamentali

La Terra dell'Abbastanza Max Tortora

Danilo (Max Tortora) e Alessia (Milena Mancini), rispettivamente nei ruoli del padre di Manolo e della madre di Mirko, sono due personaggi opposti e allo stesso tempo molto simili. Se la figura maschile, ingenuamente, spinge il figlio verso una vita pericolosa e amorale, Alessia rappresenta la madre disperata che tenta il tutto per tutto affinché il figlio torni sulla retta via, senza riuscirci.

Danilo è evidentemente più fragile di Alessia: tanto che mentre quest’ultima non la vediamo mai disperata, tranne durante lo sfogo con il figlio quando scopre della sua vita losca, Danilo, invece, davanti alla tragedia scoppia in un fortissimo pianto di disperazione. Due poli opposti, due vite differenti, ma stesse vittime di una spirale che non intende arrestarsi.

La Terra dell’Abbastanza: non più la solita periferia

Il rischio di scegliere come sfondo della narrazione la malavita della periferia romana era quello di cascare nell’ormai scontato racconto alla “Suburra”. Pericolo che i gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo hanno scampato magistralmente, arricchendo il loro lavoro con le perfette quanto mai adatte musiche e scenografie realizzate rispettivamente da Toni Bruna e Polo Bonfini.

Matteo Farinaccia

 

 

Trama

  • Regia: Damiano D’Innocenzo, Fabio D’Innocenzo
  • Cast: Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Luca Zingaretti, Max Tortora
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 96 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Data di uscita: 07 Giugno 2018

la-terra-dellabbastanza-loc“La Terra dell’Abbastanza” è il film d’esordio di Damiano e Fabio D’Innocenzo che si sono occupati anche della sceneggiatura. La pellicola è stata presentata in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2018 nella categoria Panorama.

Le vicende sono ambientate a Roma e hanno come protagonisti due giovani amici, Mirko e Manolo, due bravi ragazzi che vivono nella periferia della città. Una notte, tornando a casa i auto, investono un uomo e decidono di scappare. Questa tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna, perché l’uomo rimasto ucciso nell’incidente era un pentito di un clan mafioso della zona, e i due ragazzi ottengono per questo la possibilità di entrare a far parte del gruppo criminale, il rispetto e il denaro che fino a quel momento non avevano mai avuto: sarà un lasciapassare per l’inferno scambiato per un biglietto verso il paradiso.

La Terra dell’Abbastanza: la strada verso il male

Con “La Terra dell’Abbastanza” i registi hanno voluto portare sul grande schermo una storia che mostra con quanta facilità si può essere conquistati dal male. Mirko e Manolo, infatti, hanno ucciso un uomo involontariamente e invece di fermarsi, hanno scelto la via più facile quella della fuga e del silenzio. L’episodio, però, non darà tregua ai due amici, che decidono di non farsi consumare dai sensi di colpa, fino ad arrivare al punto di non riuscire a sentire più niente, neppure la coscienza. Quando si apre la porta dell’attività criminale si concretizza per i protagonisti la pista alternativa da cui si sviluppa l’abitudine al male.

Mirko e Manolo non solo sono circondati dalla malavita, che sfrutta l’indifferenza ostentata dai due per la sua attività, ma anche dai genitori che da tempo hanno smesso di fare da padre e da madre. La passività dei due amici è solo apparente: negli sguardi di Manolo si percepisce che è solo una corazza, Mirko è molto tormentato, e lo si capisce dai suoi scatti d’ira.

Trailer

 

 

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