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La nave dolce – Recensione

Come per “Diaz”, Vicari sente l’urgenza di raccontare questa brutta pagina di storia italiana, dove la solidarietà spontanea della cittadinanza viene soprafatta dalle scelte insensate di chi allora amministrava lo Stato

Regia: Daniele Vicari – Cast: Eva Karafili, Agron Sula, Halim Milaqui, Kledi Kadiu, Robert Budina, Eduart Cota, Alia Ervis, Giuseppe Belviso, Nicola Montano, Domenico Stea – Genere: Documentario, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, Albania, 2012 – Distribuzione: Microcinema – Data di uscita: 8 novembre 2012.

lanavedolceVentuno anni fa, l’8 agosto del 1991, la Vlora, un vecchio mercantile costruito a Genova ad inizio anni ’60, dopo essere stato respinto dalle autorità portuali di Brindisi, ottiene il permesso per attraccare a Bari. Sulla nave circa ventimila albanesi che a Durazzo hanno preso d’assalto la nave di ritorno da Cuba, dove aveva fatto un carico di zucchero, obbligando il comandante a ripartire immediatamente.

Gli albanesi erano stretti nella morsa di un regime autoritario che aveva congelato socialmente il Paese: per un italiano che si fosse recato il Albania in quegli anni sarebbe stato come fare un tuffo nell’Italia degli anni cinquanta.

Ciò che gli albanesi sapevano del nostro paese era frutto dell’italica televisione, così per tanti lo ‘stivale’ era una sorta di Eden in cui desideravano recarsi, un vero e proprio ‘sogno italiano’, che per i ventimila della Vlora si è tristemente infranto all’interno dello stadio di Bari.

Lo stadio, ristrutturato a dovere, che aveva ospitato solamente un anno prima le partite dei mondiali di calcio, viene ritenuto dai vertici dello Stato l’ideale luogo di raccolta in cui condurre questa gente.

A poco servì lo sgomento di una parte della popolazione disposta da subito all’accoglienza, e la presa di posizione dell’amministrazione locale, pronta ad attivare immediatamente una tendopoli, con presidio medico-sanitario, per una più umana ricezione di queste persone.

Vicari realizza un film che lascia il segno dove, tramite immagini d’epoca e interviste ai protagonisti della vicenda, mostra gli accadimenti di quei giorni, in modo asciutto, senza mediazioni.

“La nave dolce”, presentato al 69° Festival di Venezia, conferma il grande talento del regista nel raccontare la nostra storia recente: la pellicola scorre veloce, con una leggerezza che difficilmente si accompagna ad un documentario. Il racconto è talmente inaudito che irrazionalmente si spera in un lieto fine.

L’amarezza che si prova nel vedere le immagini si unisce a quella dovuta alla consapevolezza che la nostra storia recente dimostri come siamo un paese che nulla ha imparato dai propri errori.

Maria Grazia Bosu

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