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La mossa del pinguino – Recensione

Claudio Amendola esordisce alla regia con “La mossa del pinguino”, commedia gustosa su uno sport con poca visibilità come il curling

Regia: Claudio Amendola – Cast: Francesca Inaudi, Edoardo Leo, Ennio Fantastichini, Ricky Memphis, Antonello Fassari – Genere: Commedia, colore, 95 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Videa – Data di uscita: 6 marzo 2014.

lamossadelpinguinoChe cos’è il curling? In pochi forse saprebbero rispondere a questa domanda. Tra gli sport olimpici invernali infatti, il curling ha meno visibilità di altri e anche meno pubblico, ma ciò non toglie che i professionisti che gareggiano in questa disciplina a livello internazionale non siano meno validi di atleti di altri sport.

“La mossa del pinguino” dà spazio proprio a questa realtà inascoltata, più di nicchia, raccontandola però con un pizzico di autoironia. Claudio Amendola esordisce dietro la macchina da presa dirigendo una commedia gustosa che alterna il divertimento al dramma, in una sorta di percorso di maturazione per i quattro personaggi maschili protagonisti. Bruno (Edoardo Leo) è il tipico uomo affetto dalla ‘sindrome di Peter Pan’, un bambinone cresciuto, con una moglie e un figlio, che non sa però badare alla propria famiglia, si barcamena tra un lavoro e un altro, ma soprattutto si lancia periodicamente in progetti folli. Il suo migliore amico, Salvatore (Ricky Memphis), lo asseconda in queste trovate sin da bambino, per cui sceglierà di dargli il suo sostegno anche quando Bruno vorrà mettere in piedi una squadra di curling per partecipare alle Olimpiadi invernali dell’anno successivo. Alla coppia si aggiungono l’ex vigile Ottavio, uomo duro, spigoloso, arido di sentimenti e il suo nemico Neno, un sessantenne che mente sulla propria vita per mantenere la reputazione nel quartiere. L’improbabile quartetto, quel manipolo di improbabili eroi’, si lancerà in quest’avventura sportiva, tra imprevisti e gag, con la speranza di riuscire nell’impresa.

Il curling in realtà funziona da pretesto per raccontare l’epopea di quattro uomini a confronto con i propri difetti e demoni del passato; lo sport diviene la metafora di una possibilità di riscatto per chi non ha mai ottenuto niente dalla vita o non hai saputo prenderselo. La vita di tutti i personaggi nasconde un retrogusto amaro, che il miraggio delle Olimpiadi potrebbe addolcire. Il significato di fondo del film, al di là delle risate, è positivo e sano, anche se quello che rimane impresso nello spettatore alla fine sono solo la parti più divertenti, molto più riuscite.

Claudio Amendola esordisce alla regia con un prodotto gustoso grazie soprattutto alla scelta dei suoi protagonisti, i cui volti sono destinati a strappare comunque un sorriso per la loro familiarità con il cinema e la televisione italiana: Ricky Memphis ripropone costantemente sé stesso, con la sua laconica romanità e la capacità di infilare la battuta al momento giusto; Ennio Fantastichini si presta a una sottile comicità, senza per questo dimenticare le sue doti di attore a tutto tondo; Antonello Fassari, l’imprescindibile compagno di Amendola nei “Cesaroni”, dà vita a un personaggio spassoso, ridicolo nell’aspetto, capace di impietosire e di intenerire per il suo totale distacco dalla realtà; Edoardo Leo, il più giovane, riesce ad amalgamarsi bene con il gruppo e a riproporre in modo convincente la figura del padre di famiglia incosciente e sognatore che ricorda un po’ il ricercatore protagonista di “Smetto quando voglio”.

“La mossa del pinguino” trae forza soprattutto dalla trama e dalla caratterizzazione dei personaggi, è capace di far ridere e riflettere, anche se non in egual misura. Il regista sceglie dunque un esordio leggero, facile per così dire, ma riesce comunque nell’intento di costruire una pellicola quantomeno originale per il tema trattato.

Alla fine del film alla domanda su che cosa sia il curling, non esitate a rispondere: “È come le bocce, ma sul ghiaccio!”.

Irene Armaro

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