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Kong: Skull Island

Recensione

“Kong: Skull Island” – Recensione: i mostri esistono

Kong: Skull Island scena film

Uno dei temi che da sempre affascina la nostra civiltà è quello dei mostri, dalla leggenda di Loch Ness a quella del Conte Dracula, dai draghi alle gigantesche creature giapponesi come Godzilla, dallo Yeti a King Kong. Tutti loro hanno una caratteristica in comune: la loro (presunta) esistenza esula dal mero film horror (a cui sono legate invece creature come gli zombie) e si colloca nella sfera del fantastico, della meraviglia. King Kong non viene associato subito ad un mostro da temere, ma a qualcosa di affascinante, con dei sentimenti umani, quasi una via di mezzo tra noi e i mostri.

Conscio di questo immaginario, il regista Jordan Vogt-Roberts porta sul grande schermo un nuovo mondo, un’isola rimasta finora fuori dalla mappa perché costantemente circondata da un’indomabile tempesta. Qui vive Kong, il ben noto scimmione, forse nella sua versione cinematografica più alta; letteralmente, perché quando raccoglie Brie Larson per metterla in salvo, la donna entra tutta nel palmo della sua mano scimmiesca.

È subito guerra tra Kong e l’esercito americano, dipinto da sempre come l’attaccabrighe di turno, guidato stavolta dal colonnello Samuel L. Jackson, implacabile nella sua missione di far fuori il mostro.
Ben presto si scopre però che ci sono creature più pericolose di Kong: gli Strisciateschi, mostri rettiliani che escono dalle profondità della Terra e non fanno alcuna distinzione tra nemici e amici; tutto è buono da mangiare.

“Kong: Skull Island”: quando la regia fa la differenza

Di film con mostri che uccidono persone e mostri che si uccidono tra di loro è pieno il mondo. “Kong: Skull Island” ha però qualcosa di diverso, un tocco in più, una cura nei dettagli e nelle inquadrature che lo rende molto più piacevole e affascinante da guardare. Le morti dei vari personaggi sacrificabili del gruppo sono semplici e quasi sciocche, ma per questo molto più realistiche.

Che gli effetti speciali siano incredibili e spettacolari ormai è un dato di fatto, ce lo si aspetta pure, ma è raro trovare tanta cura in un film su un enorme gorilla che combatte degli enormi rettili striscianti.

Kong: Skull Island Hiddleston & Larson

Kong: Skull Island, Tom Hiddleston e Brie Larson

Ciò che pure ci si aspetta è avere come protagonisti i belloni di turno, ma in questo caso è vero solo a metà: Brie Larson, vincitrice del premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista per “Room”, è una bella donna, ma non la Megan Fox che ci si aspetterebbe per un simile blockbuster. Che l’abbiano voluta mettere in mostra per il vasto pubblico visto il suo futuro ruolo come Capitan Marvel?

Tom Hiddleston, invece, è una palese scelta di marketing per attirare le numerose fan dell’amato Loki. Nonostante sia infatti un ottimo attore, Hiddleston c’entra poco a vestire i panni del duro della situazione, ruolo classico di gente come Vin Diesel e Bruce Willis; i suoi occhioni azzurri, i lineamenti morbidi e il modo di fare nonostante tutto gentile ed elegante lo rendono un’improbabile guida della giungla. La maglia aderente e i chili di muscoli in più vanno inoltre a confermare la teoria della scelta di marketing.

Samuel L. Jackson e il patto con il Diavolo

Kong: Skull Island foto

Kong: Skull Island, Samuel L. Jackson

Forse in pochi lo sanno, ma il celebre attore Samuel L. Jackson ha ormai quasi settant’anni. Eppure non c’è traccia di rughe sul suo volto; per quanto possa essere truccato, il make-up non può fare miracoli (basta guardare attori come Brad Pitt e Colin Firth su cui l’età si nota eccome).

Questo fatto, unito alla sua capacità di bucare lo schermo con qualsiasi ruolo e rendersi sempre indimenticabile, porta a chiedersi chi diavolo sia quest’uomo; certo è che lo vedremo ancora in moltissimi film, a vestire i panni dei suoi personaggi epici che, con poche mosse e battute azzeccate, lo rendono sempre il più tosto della pellicola. Anche in una dove gli altri contendenti sono King Kong e degli enormi rettili striscianti.

Valeria Brunori

Trama

  • Regia: Jordan Vogt-Roberts
  • Cast: Brie Larson, Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, John Goodman, Corey Hawkins, Toby Kebbell, John C. Reilly, Thomas Mann, Jason Mitchell, Shea Whigham, John Ortiz, Tian Jing, Will Brittain
  • Genere: Azione, Colore
  • Durata: 118 minuti
  • Produzione: USA, 2017
  • Distribuzione: Warner Bros Italia
  • Data di uscita: 9 Marzo 2017

Kong: Skull Island locandina“Kong: Skull Island” è la quinta pellicola per il cineasta Jordan Vogt-Roberts: con questo nuovo remake del leggendario megaprimate, il regista si misura con un delicato patrimonio cinematografico.

La storia portata sul grande schermo è ambientata nel 1973, quando grazie alle nuove tecnologie militari, una società segreta, Monarch, scopre l’esistenza di un’isola ancora inesplorata. Una spedizione di reporter e soldati partono per esplorare l’ignoto territorio, alla ricerca di un fantomatico siero in grado di curare tutte le malattie. È proprio durante la spedizione cominciano gli strani incontri: un gigantesco gorilla di 31 metri conosciuto come Kong.

Intrappolati sull’isola, il gruppo dovrà riuscire a sopravvivere ai suoi infiniti pericoli e insidie, tentando di ritornare a casa con le prove dell’esistenza di questi mostri. Parallelamente, Kong porta avanti una battaglia personale con dei super predatori, gli Strisciateschi, antiche creature rettiloidi, che hanno portato quasi all’estinzione la sua razza.

“Kong: Skull Island”: un mix di tradizione e novità nel primate proposto da Jordan Vogt-Roberts

Da subito c’è da dire che questo nuovo lungometraggio sull’ottava meraviglia del mondo non ha niente a che vedere con il film di Peter Jackson, staccandosi anche dal recente filone di pellicole riguardanti mostri giganteschi (forse solo a livello produttivo). “Kong – Skull Island” fa della prepotenza e dei riflettori action su una certa presenza di grettezza le sue forti caratteristiche, implementate su scelte visive suggestive di grande potenza.

“Kong: Skull Island” attinge dal passato cinematografico dell’immenso primate per proporre qualcosa di diverso. Anche se la scelta principale sembra che resti seguire il secondo filone narrativo inaugurato dal regista de “Il signore degli anelli”.

La dimensione fantastica non ha freni realistici: Kong infatti cammina su due gambe (al contrario del suo fratellastro con padre Peter Jackson). Inoltre il regista cerca di svincolarsi dal mito de ‘La Bella e La Bestia’, del divino mostro malinconico e della bella bionda, per andare a raccontare qualcosa di diverso, di nuovo, o quasi: lo scontro millenario tra gli essere umani e la catena alimentare che siamo riusciti a dominare.

Trailer

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