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Kid – Recensione

La difficile infanzia di una coppia di fratelli, abbandonati dal padre, cui viene assassinata la madre, nel film della giovane regista Fien Troch, in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2012 nella sezione ‘Alice nella città’

Regia: Fien Troch – Cast: Bent Simons, Maarten Meeusen, Gabriele Carizzo, Rit Ghoos, Sander van Sweevelt, René Jacobs – Genere: Drammatico, colore, 90 minuti – Produzione: Belgio, 2012.

kid“Kid” è un film dilatato, dai dialoghi rarefatti, in cui i silenzi e le inquadrature fisse la fanno da padrone.

Il dolore e le difficoltà economiche di una madre che si ritrova sola e senza soldi, a doversi occupare dei figli e mandare avanti una piccola azienda agricola sono rappresentati a chiare lettere dalla regista, lo fa optando sull’indagine visiva.

Alla tradizionale narrazione sostituisce un susseguirsi di immagini quasi asettiche, in cui è la natura delle cose inquadrate a chiarire anche la situazione degli esseri umani che le adoperano.

Così la casa spoglia e disadorna in cui vive Kid con la mamma e il fratello, le maglie troppo piccole indossate dai due bambini, i vestiti antiquati della donna, ben rappresentano, senza necessità di parole, il disagio in cui versa la famiglia.

La perdita della madre, che segue il precedente abbandono del padre, fa sprofondare Kid in un dolore sordo, difficile da gestire. Dei piccoli si curano gli zii, anche questi descritti in modo silenzioso, attraverso immagini, quasi simili a cartoline, che mostrano un giardino perfetto, un arredamento essenziale ma curato, la presenza di crocifissi sulle pareti, a rimarcare la loro fede in Cristo.

Peccato che l’esercizio visivo sovrasti freddamente le emozioni, lasciando poco spazio ad un indagine più intima dei personaggi, anche l’apice del dramma è raggiunto in modo quasi asettico.

Maria Grazia Bosu

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