Eco Del Cinema

Jarhead – Recensione

La guerra del golfo raccontata in maniera non sublime come ci si poteva aspettare da Mendes

Regia: Sam Mendes – Cast: Jake Gyllenhaal, Jamie Foxx, Peter Sarsgaard, Chris Cooper, Lucas Black, Katherine Randolph, Dennis Haysbert, Jacob Vargas, John Krasinski, Brian Geraghty, Scott MacDonald, Lo Ming, Kevin Foster, Damion Poitier, Riad Galayini, Craig Coyne, Rini Bell, Dendrie Taylor, James Morrison, Laz Alonso – Genere: Azione, colore, 123 minuti – Produzione: USA, 2005 – Distribuzione: UIP – Data di uscita: 17 febbraio 2006.

jarheadPrendete “Apocalypse Now”, aggiungete “Full Metal Jacket” agitate il tutto con un qualsiasi film di guerra dell’olimpo hollywoodiano e otterrete “Jarhead”.

Difficile parlare di una pellicola che, a torto, copia o, a ragione, cita, malamente o in modo sublime, milioni di altre sue sorelle gemelle in celluloide. Sì, spetta infatti solo allo spettatore scegliere se amare o denigrare “Jarhead”.

Certamente il terzo lavoro di Sam Mendes non raggiunge gli ottimi livelli di “American Beauty” e “Era mio padre”, risultando forse troppo scontato. Del resto il film vuole richiamare l’attenzione sulla prima Guerra del Golfo, durante l’operazione tempesta, quando nel 2005, anno di uscita, gli States già si trovavano in piena seconda guerra del golfo.

Si parte dall’addestramento dei jarhead, il termine che designa i marines per il look, fino a giungere alle operazioni vere e proprie sul campo di battaglia. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo scritto da un ex militare, Anthony Swofford, datato 2003.

Ovviamente non si tratta della guerra convenzionale, quella che conosciamo attraverso la carta stampata, ma della vera guerra, quella che non viene raccontata e tenuta nascosta dalle autorità. Se nelle intenzioni c’è la voglia di essere antibellici, Mendes mette in ridicolo tutti i suoi attori (siamo ben lontani dalle “urla” dei superiori dei sopra citati capolavori coppoliani e kubrikiani), non spiccando mai il volo, non riuscendo mai a coinvolgere chi guarda, se non per ridere delle assurdità a cui si assiste. Del resto, se l’intento del film è quello di mettere alla berlina la stupidità umana, tesa fino all’inverosimile quando sfocia nella barbarie ci riesce perfettamente, se invece è quello di farci riflettere sui conflitti mondiali toppa alla grande.

Salvatore Buellis

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