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Italo – Recensione

Il cane con una cittadinanza onoraria divenuto famoso per la sua incredibile umanità

Regia: Alessia Scarso – Cast: Marco Bocci, Barbara Tabita, Elena Radonicich – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Distribuzione: Notorious – Data di uscita: 15 gennaio 2015.

italo15 marzo del 2009: un branco di cani randagi uccide un bambino a Scicli, in provincia di Ragusa. Un fatto di cronaca che da quel giorno vedrà banditi tutti i cani randagi del posto, tutti tranne uno. Una cane meticcio color miele arriva in paese proprio in quel periodo e inizialmente visto con scetticismo e paura, l’amico a quattro zampe si guadagna sempre di più la fiducia della gente.

Con un misterioso passato alle spalle, il cane viene creduto essere la reincarnazione di qualcuno che ha amato Scicli, si trasforma infatti in un vero e proprio concittadino: tutte le domeniche a messa, per funerali, matrimoni e battesimi; tutti i giorni all’uscita della scuola ad aspettare i bambini; nel centro storico a fare da guida ai turisti e ad abbaiare alle auto in zona pedonale; tra i vicoli della città in piena notte a proteggere dai balordi le ragazze del posto. Il cane viene praticamente adottato dal paese per poi essere chiamato Italo Barocco.

Si tratta della vera storia di Italo, che ha ispirato la regista debuttante Alessia Scarso che ha avuto la possibilità di conoscerlo in una gita a Scicli appunto. Sorpresa dal comportamento straordinario del cane, ha deciso di dedicargli il suo primo lungometraggio. Un favola della Notorious Pictures raccontata dalla voce di Leo Gullotta, interpretata da Marco Bocci, Elena Radonicich, Barbara Tabita e soprattutto lui, Tomak, lo splendido meticcio nella parte di Italo.

Il film racconta quindi la vita di Italo, questo ‘cane’ straordinario al punto da meritarsi la cittadinanza onoraria. Nella sua trasposizione fa da sfondo una commedia divertente ma che tocca temi importanti quali l’amicizia, il pregiudizio e l’amore. Protagonista l’astro nascente del cinema italiano, Marco Bocci nella parte del sindaco del paese e del padre del bambino, solitario e taciturno, che per primo diventa amico di Italo. Si muovono anche altri personaggi, gli abitanti del paese: la maestra, l’assessore, le comari, i vecchietti, tutti estrapolati dalla quotidianità che danno quel tocco autentico alla storia. Un Bocci vedovo, bello e tenebroso, forse troppo per la parte assegnatagli, incontra le prime difficoltà nel rapporto con il figlio. Sarà poi aiutato dalla nuova maestra, “straniera”, Laura che riesce anche a conquistare il cuore del padre distratto.

La sceneggiatura è poco stimolante e molto scontata, povera nel suo sviluppo. “Italo” perde molto per la scarsa bravura dei personaggi secondari e dei protagonisti più piccoli: i bambini. Quest’ultimi hanno un ruolo centrale nella pellicola ma con la loro espressività limitata rendono artificioso l’intero progetto, segnandolo negativamente.

Buona però la fotografia, che sottolinea le meraviglie archietettoniche di Scicli e di una Sicilia settecentesca, patrimonio dell’Umanità Unesco.

La Scarso con le sue scelte, ha involontariamente appesantito una pellicola carica di sotto-trame e di episodi superflui e noiosi. Aveva del potenziale ma non riesce a colpire neanche emotivamente lo spettattore, soprattutto in confronto a film quali “Io & Marley” e “Hachiko”. Conclude infine il film con un happy end esageratamente stucchevole e romanzato.

Federica Fausto

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