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Io, Don Giovanni – Recensione

Tre vite intrecciate: il librettista Lorenzo Da Ponte, il musicista Mozart e il vanesio Casanova

Regia: Carlos Saura – Cast: Lorenzo Balducci, Lino Guanciale, Emilia Verginelli, Tobias Moretti, Ennio Fantastichino, Ketevan Kemolidze, Francesca Inaudi, Franco Interlenghi, Cristina Giannnelli, Sergio Foresti, Borja Quiza, Carlo Lepore – Genere: Drammatico, colore, 127 minuti – Produzione: Italia, Spagna, 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 23 ottobre 2009.

iodongiovanniTra i film fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, è arrivato “Io, Don Giovanni” di Carlos Saura, monumentale ritratto di un personaggio non molto conosciuto della musica classica. È Lorenzo Da Ponte autore del libretto d’opera del “Don Giovanni” di Mozart, nonché amico di Casanova. Questi tre formidabili personaggi sono al centro della pellicola, che si apre con una visione quasi onirica di un calle veneziano.

Il giovane Lorenzo è un ebreo convertito, che ordinato sacerdote conduce una vita dissoluta. Per questo viene condannato a lasciare Venezia. Approderà a Vienna dove, presentato da Casanova al musico di corte Antonio Salieri, inizia un sodalizio artistico e non solo con Mozart. Ovviamente la sua fama di seduttore l’ha preceduto e quindi non possono che far scrivere a lui il libretto dell’ennesima versione del “Don Giovanni”.

Lo spettatore viene letteralmente catapultato prima nella Venezia del ‘700 poi a Vienna tra intrighi di corte e donne belle e perfide. L’unica diversa è la giovane e bellissima Annetta, incontrata solo per un attimo anni prima in patria. Realtà e finzione convivono sullo schermo come le immagini che spesso si sovrappongono. Alla fine sarà chiarissimo che Lorenzo Da Ponte è il Don Giovanni, che ondeggia tra amanti primedonne e voglia di avere accanto una donna pura come la Beatrice dantesca.

Tutto questo, mentre Casanova anche lui a Vienna ha trovato la pace dei sensi ma continua a sostenere che un uomo che ama una sola donna in fondo è un egoista. D’altra parte Mozart, geniale e malato più che una moglie sembra avere una madre. Per tutta la durata del film assistiamo alla scrittura dell’opera, con prove fatte da veri cantanti d’opera su sfondi che sono volutamente posticci in una sorta di contaminazione tra teatro e cinema.

Alla fine, il “Don Giovanni” sarà portato a termine, anche se per i crismi morali del tempo sarà considerato troppo forte. La narrazione scorre non sempre con la giusta fluidità ma il regista incanta letteralmente lo spettatore con inquadrature che sembrano opere pittoriche. Tra queste, una su tutte il primo incontro tra Lorenzo e Annetta, illuminati da una luce che abbaglia. Non mancano però scene grottesche a volte eccessive. La fine è la discesa dell’eroe all’inferno con un fiume di lava dell’ eruzione di un vulcano. Buono e bello Lorenzo Da Ponte/ Lorenzo Balducci al pari di Annetta che ha il viso d’angelo di Emilia Verginelli. Casanova è un manierato Tobias Moretti al pari di Salieri/Ennio Fantastichini.

Il grande Mozart, fragilissimo e non sempre convincente, è Lino Guanciale che però rende molto bene nella gestualità del direttore d’orchestra. Buoni i cantanti/attori coordinati da Nicola Tescari che ha curato la musica.

Ivana Faranda

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