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Il viaggio di Norm

Recensione

Il viaggio di Norm – Recensione: un film artisticamente debole, godibile per i più piccoli

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“Il viaggio di Norm” parte un po’ sotto tono e nei primi minuti si potrebbe pensare di trovarsi di fronte a quei puzzle per bambini di 3 anni dai tasselli enormi, che non offrono alcun tipo di stimolo agli adulti, se non quello di rendere contenti i propri figli. Dopo il primo quarto d’ora il film migliora, la visione è accettabile, seppur scontata, ma i dialoghi rimangono comunque molto elementari e si evince fin da subito che è una storia pensata esclusivamente per i bambini, mancante dello spessore che riservano quasi sempre i lavori della Disney-Pixar.

Il viaggio di Norm: sui ghiacci si è visto di meglio

Se la trama è poco originale, ancor più deludente è l’animazione, poco credibile e caratterizzata da un’inspiegabile slegatezza nei movimenti dei personaggi. Certo è che, dopo l’accuratezza de “L’era glaciale”, “Il viaggio di Norm” sembra presentare caricature di animali, che si muovono spesso in modo scoordinato e poco realistico. Il doppiaggio italiano è a tratti volutamente eccessivo, contribuendo alla mancanza di credibilità dei personaggi. Tra il sopracitato “L’era glaciale”, “Happy Feet”, “Frozen” e “Polar Express”, “Il viaggio di Norm” non regge il confronto ‘artistico’ con le altre pellicole ambientate sui ghiacci.
Questa carenza di qualità nell’animazione si evidenzia soprattutto nelle movenze dell’orso protagonista, che quando corre o balla risulta molto meccanico e molto poco ‘orsesco’; se si pensa ad orsi come Baloo de “Il libro della giungla” o Little John di “Robin Hood”, disegnati a mano nei primi anni ’70, guardando Norm più di quarant’anni dopo ci si chiede come sia possibile che la tecnologia abbia fatto così tanti passi in avanti, e l’animazione altrettanti passi indietro.

Il viaggio di Norm: erano meglio i tempi di Pingu

il-viaggio-di-norm-lemmingIl film si regge in gran parte sulle performance dei lemming, ennesima dimostrazione che la combo ‘animaletto carino e simpatico che fa cose buffe’ è sempre valida. Le foche, grasse e con gli occhioni, rotolano in giro come balene spiaggiate senza nulla aggiungere alla narrazione e fanno rimpiangere il beneamato Pingu, dove non c’era bisogno di ricorrere ad una dilatazione delle pupille per rendere una foca simpatica.
L’uso di espedienti ‘facili’ e molto scontati penalizza “Il viaggio di Norm”, che poi nel complesso è un cartone accettabile e probabilmente carino solo per bambini sotto gli 8 anni d’età.

Valeria Brunori

Trama

  • Titolo originale: Norm of the North
  • Regia: Anthony Bell
  • Cast: Bill Nighy, Heather Graham, Rob Schneider, Ken Jeong, Loretta Devine, Janet Varney, Colm Meaney, Zachary Gordon, Gabriel Iglesias, Jess Harnell, Michael McElhatton, Debi Derryberry
  • Genere: Animazione, colore
  • Durata: 86 minuti
  • Produzione: USA, India, 2016
  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Data di uscita: 4 Febbraio 2016

Il viaggio di Norm“Il viaggio di Norm” ci mostra la battaglia intrapresa dall’orso bianco Norm per proteggere il suo habitat naturale: giunto a New York con alcuni amici, tre simpaticissimi lemming, diviene la mascotte dell’associazione di Mr Greene, costruttore senza scrupoli, per sventare il suo piano malvagio: edificare nel Circolo Polare Artico, distruggendo così non solamente la casa di Norm ma anche l’intero ecosistema.

Originario del Polo Nord, Norm è un orso polare del tutto particolare: non solo sa parlare correttamente la lingua degli umani, ma è vegano e un gran ballerino. Il viaggio di Norm lo porterà, attraverso mille peripezie, a rendersi protagonista di una straordinaria avventura, accompagnato dai fedeli lemming, dal nonno e da una giovane donna e sua figlia, che si schiereranno dalla sua parte per salvare l’ambiente.

“Il viaggio di Norm” affronta le tematiche dello sfruttamento umano ai danni del territorio, del sentirsi diversi e dell’imparare a sfruttare le proprie capacità ed essere se stessi.

Trailer

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