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Il viaggio di Jeanne – Recensione

A cavallo tra Francia e Svezia, un film amaro sulle relazioni amorose di vario tipo, a partire da quella tra padre e figlia

(Les grandes personnes) Regia: Anne Novion – Cast: Jean-Pierre Daroussin, Anais Demoustier, Judith Henry, Lia Boysen, Jakob Eklund, Anastasios Soulis, Björn Granath, Mirija Turestedt – Genere: Commedia, colore, 84 minuti – Produzione: Francia, Svezia, 2008 – Distribuzione: Bolero Film – Data di uscita: 20 novembre 2009.

ilviaggiodijeanneDopo essere stato presentato al Festival di Cannes nel 2008 approda nei cinema italiani “Il viaggio di Jeanne” opera prima della regista francese Anna Novion. Un padre single porta da anni la figlia Jeanne a visitare un paese europeo in occasione del suo compleanno. In occasione del diciassettesimo, i due vanno in Svezia, nella piccola isola di Styrso alla ricerca di un tesoro, nascosto da un leggendario vichingo. In realtà ben altre cose verranno fuori, anche perché il microcosmo padre/figlia imploderà. Nella casa affittata per le vacanze troveranno la padrona Annika e la sua amica attrice Christine.

In un paesaggio selvaggio, dominato dal mare tempestoso, le solitudini dei tre adulti si stempereranno e l’adolescente Jeanne avrà i suoi primi turbamenti amorosi. Anna Novion fa girare tutta la narrazione intorno a personaggi molto diversi tra loro, che però hanno in comune l’incapacità di vivere i propri sentimenti, soprattutto il padre Albert che non sembra completamente cresciuto e che è totalmente assorbito dal rapporto con la figlia. Lei non è più una bambina, ma lui non accetta la cosa ed incolpa di tutto questo sua madre praticamente sparita nel nulla. Anche Annika ha i suoi fantasmi sentimentali che riappaiono, mentre, la sua amica Christine ha un’amante lontano con cui comunica solo via telefono.

Le vite dei quattro si mischieranno e tutti alla fine troveranno un loro equilibrio. Bello il personaggio di Jeanne, interpretata da Anais Demoustier dolce e tenera con le sue lentiggini, che s’invaghisce del ragazzo più affascinante e cialtrone del villaggio. Nelle due donne incontrate per caso la giovane trova quasi la madre che non ha mai avuto. Christine è Judith Henry nei panni di una donna fragile solo all’apparenza, molto unita alla sua amica Annika/Lia Boysen.

In questo triangolo tutto al femminile spicca il padre Albert/Jean-Pierre Darroussin, già padre single in “Qui plume la lune” di Christine Carrière. Lui è tra tutti quello che capisce poco o nulla di ciò che gli succede intorno e che dovrà accettare che Jeanne è diventata adulta. Alla fine, l’esordiente Anna Novion firma un’opera prima tipicamente francese e convincente, dominata da un sapore agrodolce.

Il film si chiude con l’immagine della giovane Jeanne che vola letteralmente in bicicletta vestita con un abito a fiori, leggero come una dolce brezza estiva.

Ivana Faranda

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