Eco Del Cinema

Il ragazzo invisibile – Recensione

Sci Fi all’italiana godibile e di gran classe

(The Invisible Boy) Regia: Gabriele Salvatores – Cast: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, Aleksei Guskov, Christo Jivcov, Noa Zatta  – Genere: Sci-fi, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, Francia, 2014 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 18 dicembre 2014.

ragazzoinvisibileNell’immaginario collettivo i supereroi sono americani, e quasi sempre di casa Marvel, dove negli anni Stan Lee ha creato per loro un mondo molto articolato. Le loro vicende e i loro superpoteri hanno trovato spazio sul grande schermo con lo sviluppo cinematografico digitale degli ultimi anni, che ha permesso la realizzazione di effetti speciali all’altezza della fantasia dei cartoon dai quali derivano. Le cose sono andate talmente bene per casa Marvel che oltre a prequel e sequel abbiamo addirittura diverse letture di uno stesso personaggio (vedi “Spiderman”).

È quindi naturale che, abituati a queste pellicole patinate, pensare ad un adolescente supereroe nostrano, che scopre di poter essere invisibile, un po’ faccia sorridere; se poi alle luci sfavillanti di New York sostituiamo la compassata Trieste e a zia May sovrapponiamo una mamma amorevole cui presta il volto Valeria Golino, il sorriso potrebbe diventare una risata, ma sarebbe un errore!

Salvatores con questa pellicola si affaccia su un mondo, quello della fantascienza, già visitato anni fa col bellissimo “Nirvana”, e anche stavolta non sfigura.

Con grande coraggio propone la storia di Michele, un adolescente come tanti, non proprio il più amato della classe, anzi spesso oggetto di vessazioni, con una mamma che lo adora e un papà che non ha mai conosciuto che, improvvisamente, scopre con grande sgomento di poter diventare invisibile.

Attorno a questa scoperta il regista sviluppa un ordito narrativo che, accanto alla progressiva presa di coscienza del superpotere, indaga la personalità del protagonista, mostrando quelle fragilità proprie dell’adolescenza che danno al racconto un valore aggiunto.

Quando guardiamo “X-Man” o “Iron-Man” sappiamo quasi sempre con cosa abbiamo a che fare perche l’abbiamo già letto nei fumetti; di Michele non sappiamo niente, è tutta una scoperta, e gli sceneggiatori (il rodato team Fabbri, Rampoldi e Sardo) hanno costruito attorno a lui un mondo complesso che il dipanarsi della storia mostra pian piano, lasciando percepire sia nello sviluppo che nel finale, la seria possibilità di un sequel.

Le riprese sono eleganti e raffinate, ed alla fantascienza si fonde un po’ di thriller; sotto un certo punto di vista il film contiene anche le caratteristiche del teen-movie (di sicuro di un genere diverso dai lavori di Moccia che hanno monopolizzato il genere negli ultimi anni), avendo intrinsecamente due chiavi di lettura parallele, una alla portata di un pubblico più giovane, che potrà immedesimarsi completamente nelle vicissitudini di Michele, ed una più adulta, che coglierà forse più nel profondo l’indagine introspettiva.

Quello dello Sci Fi è un territorio quasi inesplorato dalla cinematografia nostrana, sia per i costi elevati degli effetti speciali, sia perché manca l’ardire di proporre qualcosa che nel weekend affianchi la commedia nazional-popolare, che negli ultimi anni domina il box office italico, lasciando poco spazio ad altri generi, che divengono così ‘minori’, soprattutto per le case di produzione che hanno bisogno di incassi certi.

La pellicola di Salvatores potrebbe sfondare una porta su un mondo tutto da conquistare, al piccolo Michele (interpretato egregiamente dal volto nuovo di Ludovico Girardello) non manca nulla, la simpatia c’è, i superpoteri pure, senza dimenticare la tutina da ‘eroe’.

L’impegno produttivo è notevole, accanto al film viene proposto un libro ed anche un fumetto.

Bellissima la colonna sonora, e tra il cast, dove ciascuno fa bene la sua parte, degna di nota l’interpretazione di Fabrizio Bentivoglio.

Maria Grazia Bosu

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