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Il mistero delle pagine perdute – Recensione

Dopo “Il mistero dei templari”, Nicolas Cage torna nei panni dello storico-avventuriero per nuove cacce al tesoro

(National Treasure: Book of Secrets) Regia: Jon Turteltaub – Cast: Nicolas Cage, Jon Voight, Harvey Keitel, Ed Harris, Diane Kruger, Helen Mirren, – Genere: Avventura, colore, 126 minuti – Produzione USA, 2007 – Distribuzione: Buena Vista – Data di uscita: 21 dicembre 2007.

ilmisterodellepagineperduteUn cast d’eccezione, lo stesso del primo capitolo dal titolo “National Treasure” (in Italia “Il mistero dei templari”), con l’aggiunta di Ed Harris ed Helen Mirren, per una storia d’avventura che vede ancora una volta per protagonista Ben Gates, impegnato a difendere il nome dei propri antenati dall’accusa di aver cospirato contro Abramo Lincoln. È così che, aiutato dalla fidanzata e un po’ da tutta la famiglie l’eroe in questione si pone alla ricerca della verità in giro per il mondo.

Come una sorta di Indiana Jones, Nicolas Cage, per la seconda occasione nei panni dello storico audace e intelligente, entra in un universo fatto di enigmi da risolvere ed esplorazioni che tengono lo spettatore sul filo del rasoio. Peccato che l’interprete principale mostri come al solito un viso sempre uguale a se stesso, poco carismatico e privo di qualsiasi fascino, incapace di trasmettere dall’inizio alla fine qualsiasi emozione.

Meno male che a supportarlo intervengano gli altri attori, tra cui spicca la prova di Helen Mirren, nel ruolo della mamma di Ben Gates, e di Ed Harris in qualità di cattivo di turno. Le pagine perdute sono quelle del diario degli assassini di Lincoln, punto di partenza per la costruzione di una sceneggiatura con qualche falla, apprezzabile unicamente per la totale assenza di volgarità, per le molte scene d’azione e per i vari spostamenti dei protagonisti che rendono le belle scenografie elemento funzionale al divertimento dello spettatore. Un film natalizio senza grosse pretese, realizzato sulla scia del successo della precedente pellicola. Indicato per le famiglie che cercano uno svago privo di riflessione e fine a se stesso.

Tiziano Filipponi

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