Eco Del Cinema

Il favoloso mondo di Amélie

 

Recensione

Il favoloso mondo di Amélie – Recensione: Una fiaba delicata e commovente trascinata dalla bravura e semplicità di Audrey Tatou

amelie

Con “Il favoloso mondo di Amélie” Jean-Pierre Jeunet (regista di “Delicatessen” e “Alien – La clonazione”) getta lo spettatore in un universo assolutamente singolare. L’attrice Audrey Tautou veste i panni di Amélie, una ragazza introversa che si è rifugiata, sin da bambina, in un mondo fantastico tutto suo. A causa di un padre freddo e una madre paranoica, Amélie non ha mai frequentato la scuola finendo per avere notevoli problemi di socializzazione.

Ad aggravare il suo isolamento si aggiunge la morte della madre, finita schiacciata da una donna che si è suicidata lasciandosi cadere dal punto più alto della cattedrale di Notredame. Il padre si rifugia nel culto della moglie defunta, riservando tutto il suo tempo e la sua attenzione ad un piccolo altare a lei dedicato con tanto di statuette tra cui spicca quella di un nano stile Biancaneve. Il film regala meravigliose e suggestive immagini di uno dei quartieri più belli di Parigi: Montmartre. Proprio qui, in un frequentatissimo bar, Amélie lavora come cameriera e ha la possibilità di incontrare e studiare personaggi davvero strambi (pittori, scrittori,saggi ecc..) con cui potrebbe cominciare a uscire dal suo fragile guscio.

Una sera come tante poi è a casa davanti alla TV: le tristi immagini della morte di Lady D. la scioccano a tal punto da farle scivolare dalle mani il tappo di una boccetta di profumo che finisce contro una mattonella del bagno. Dal suo interno Amélie estrae una scatola di latta, la apre e di colpo vengono alla luce ricordi ormai sepolti di qualcuno che l’aveva nascosta lì molto tempo prima. Da quel momento in poi la sua vita si trasforma in una missione: aiutare il prossimo, offrendogli attimi di felicità. Qui comincia la sua favola che la condurrà a incontrare il grande amore e, per tutta la sua durata ogni cosa sarà vista con gli occhi della protagonista, tutto si svolgerà secondo i suoi ritmi.

La voce narrante dà un che di veramente fiabesco a questo “favoloso” film. Dominique è l’uomo della scatola di latta che Amélie deve cercare. Per completare e portare a termine la ricerca interverrà in suo aiuto “L’uomo di vetro”, ossia un suo vicino di casa, pittore, che si autoattribuisce questo soprannome perché per via di una malattia, le sue ossa tendono a frantumarsi e per questo non esce quasi mai di casa.

Particolare è poi la figura di Nino (Mathieu Kassovitz) commesso di un sexy shop con l’hobby di collezionare fototessere buttate per terra dai rispettivi proprietari e di cui Amélie si innamora perdutamente proprio perché anche lui è un tipo assolutamente eccezionale. Tutto in questo film è esasperato: i personaggi così particolari, i suoni dolci e palpitanti, gli schemi ingarbugliati, la realtà minuziosamente sbriciolata e ricomposta, con immagini a volte confuse ma irresistibili.

La genialità di Jeunet ha prodotto una favola (perché è così che merita di essere chiamata) romantica, divertente, semplice, commovente, a tratti surreale ma vera perché fa riscoprire la voglia di amare e far del bene che certamente non fa mai male. Se si pensa a questo mondo che troppo spesso ci regala amarezze e crudeltà, la visione di questa pellicola è un piccolo spiraglio dove si può ancora sognare.

Giusy Del Salvatore

Trama

  • Titolo originale: Le fabuleux destin d’Amélie Poulain
  • Regia: Jean-Pierre Jeunet
  • Cast: Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Rufus, Yolande Moreau, Artus de Penguern, Jamel Debbouze Lorella Cravotta, Serge Merlin, Clotilde Mollet, Claire Maurier, Isabelle Nanty, Artus de Penguern, Yolande Moreau, Urbain Cancelier, Maurice Bénichou, Michel Robin, André Dussollier
  • Genere: Commedia, colore,
  • Durata: 120 minuti
  • Produzione: Francia, Germania, 2001
  • Distribuzione: BIM
  • Data di uscita: 25 Gennaio 2002

amelie2Il film racconta le vicende di Amélie Poulain, giovane cameriera in un bar di Montmartre a Parigi, che passa il tempo ad osservare la gente e a lasciar vagare la propria immaginazione.

Un giorno la ragazza trova per caso una scatoletta dietro una piastrella del muro del suo appartamento. Con grande stupore la apre, trovando al suo interno dei piccoli ricordi e giocattoli, e intuisce che, molto probabilmente, si tratta di una scatoletta nascosta molti anni prima da un bambino che abitava in quella casa.
Amélie cerca di ottenere informazioni per riportare la scatola al proprietario originario.

L’esito dell’episodio fa sì che la ragazza si prefigga un nuovo scopo: fare del bene a chi la circonda. Amélie inventa allora degli stratagemmi per intervenire in incognito nelle esistenze delle persone da aiutare intorno a lei.

Il cammino di Amélie è segnato da numerosi incontri: Georgette, la tabaccaia ipocondriaca, Lucien, il commesso dell’alimentari, Madeleine Wallace, la portiera con la passione per il porto e per i cani impagliati; Raymond Dufayel alias “l’uomo di vetro”, il suo vicino che vede solo attraverso una riproduzione di un quadro di Renoir.

Questa ricerca della felicità porta Amélie a fare la conoscenza di 
Nino Quincampoix, uno strano ‘principe azzurro’. Egli divide il suo tempo tra un treno fantasma e un sexy shop, e cerca di identificare uno sconosciuto la cui foto ricompare di continuo in moltissime cabine di foto automatiche.

Trailer

Articoli correlati

Condividi