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Il curioso caso di Benjamin Button – Recensione

La lunga vicenda di un uomo che ripercorre a ritroso il cammino della storia ringiovanendo a ogni tappa, interpretata da un volenteroso Brad Pitt

(The Curious Case of Benjamin Button) Regia: David Fincher – Cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Taraji P. Henson, Julia Ormond, Jason Flemyng, Elias Koteas, Tilda Swinton – Genere: Drammatico, sentimentale, colore, 163 minuti – Produzione: USA, 2008 – Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia – Data di uscita: 13 febbraio 2009.

il-curioso-caso-di-benjamin-button“Il curioso caso di Benjamin Button” viene narrato allo spettatore attraverso le pagine del diario dello stesso Benjamin che Caroline (Julia Ormond), la figlia di Daisy (Cate Blanchett) legge alla madre morente in un letto di ospedale mentre su New Orleans si sta per abbattere il devastante uragano Katrina. Attraverso i flashback si rivive dunque la storia assolutamente particolare e curiosa di Benjamin Button (Brad Pitt), che nasce nel 1918 già vecchio e rugoso come se avesse 80 anni.

La madre muore di parto e il padre, spaventato dal suo aspetto, lo abbandona sulle scale di una casa di riposo, dove verrà cresciuto dalla custode di colore Queenie (Taraji P. Henson). La ragazza, abituata ad avere a che fare con vecchietti malati, scopre ben presto il segreto del suo bimbo “adottivo”: egli ringiovanisce anziché invecchiare, nonostante ciò, ella lo ama incondizionatamente fino alla fine dei suoi giorni. Nell’ospizio Benjamin conosce Daisy, nipote di una delle anziane ospiti, che a 12 anni è molto più perspicace di tanti adulti e si trova subito a suo agio con il vecchietto-bambino. Tra i due nascerà una bellissima storia d’amore che attraverserà il XXI secolo e che la coppia riuscirà a vivere pienamente soltanto per alcuni anni, cioè nel periodo in cui Daisy ha raggiunto l’età adulta prima che Benjamin ringiovanisca troppo fino a diventare bambino.

Il soggetto, scritto da Eric Roth, ispirandosi ad un racconto di Francis Scott Fitzgerald, parte dunque dalla modernità per andare a ritroso e ripercorrere, così, quasi un secolo di storia americana: dall’uragano Katrina del 2005 ai festeggiamenti per la conclusione della Prima Guerra Mondiale.

La struttura narrativa ricorda da vicino quella di “Forrest Gump”, altra pellicola scritta dallo stesso Roth, nella quale tutti gli eventi, gli incontri, le gioie e i dolori del protagonista servivano a forgiarne il carattere quasi fosse un moderno romanzo di formazione. “Il curioso caso di Benjamin Button” intende infatti mostrare il percorso di un uomo comune che ha la sola peculiarità di ringiovanire anziché andare avanti con gli anni. Ben presto Benjamin deve imparare a sue spese a dire addio a molti dei personaggi che ama, come la madre adottiva o il capitano Mike, accettando il fatto che lui si stia trasformando da vecchietto artrosico in un bel ragazzo mentre tutte gli altri vanno verso il decadimento fisico.

Lo sceneggiatore Roth, così come il regista Fincher e l’attrice che interpreta Queenie (Henson) avevano da poco sperimentato la perdita paterna durante le riprese del film e ciò ha sicuramente contribuito a fargli vivere i distacchi del protagonista con occhi nuovi. Il regista David Fincher è alla sua prima esperienza con un film sentimentale dopo pellicole angoscianti come “Seven” o “Panic Room” e se la cava benissimo mettendo in scena una delle love story più romantiche degli ultimi anni. Il merito di Fincher è di aver saputo modificare completamente il suo stile di ripresa rispetto al passato: qui usa la macchina da presa con più calma e meno frenesia che nei thriller del passato quasi fosse soltanto un osservatore, tutto è quindi più studiato e rilassato.

La pellicola risente forse di un’eccessiva lunghezza, che tende a stancare lo spettatore soprattutto nelle parte dei combattimenti della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia non sarebbe stato possibile fare ulteriori tagli, vista la complessità dell’argomento e l’ampiezza del periodo raccontato. Questo film rappresenta una vera sfida per Brad Pitt (candidato all’Oscar come Miglior Attore) che ha scelto di imbruttirsi ed invecchiarsi sin dalle prime scene per poter rappresentare Benjamin in ogni momento della sua vita. Normalmente Hollywood apprezza gli artisti che accettano di peggiorare il loro aspetto fisico (come Charlize Theron in “Monster”). Pitt, tra l’altro, torna a lavorare con David Fincher per la terza volta dopo “Seven” e “Fight Club”, mentre ritrova l’attrice Cate Blanchett, con cui aveva recitato in “Babel”. I due sono davvero belli da vedere nelle poche scene in cui, coetanei, condividono il loro amore! Cate Blanchett è ancora una volta espressiva, capace di comunicare eleganza e leggiadria nella danza quasi fosse una ballerina professionista. Brave sono anche le attrici minori Julia Ormond, nei panni della figlia di Daisy, e Tilda Swinton, in quelli della prima donna baciata da Benjamin, così come la mamma adottiva interpretata da Taraji P. Henson (candidata all’Oscar).

Ilaria Capacci

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