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Il commissario Montalbano: La giostra degli scambi – Recensione

Il commissario Montalbano: La giostra degli scambi – Recensione: una storia complicata che non delude le aspettative

Luca Zingaretti scena

Sembra incredibile ma “La giostra degli scambi” è il trentunesimo film tratto dai romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano, e l’impianto narrativo della storia dimostra che lo scrittore siciliano, nonostante la sua veneranda età, ha ancora tanto da dare ai suoi lettori ed al pubblico televisivo. Perché se è vero che la rodata squadra Rai Fiction-Palomar impiega le migliori maestranze per creare un prodotto televisivo che lasci il segno, è altrettanto vero che senza Camilleri e senza gli sceneggiatori che lo affiancano nella stesura dello script televisivo, nella fattispecie Francesco Bruni, Salvatore De Mola e Leonardo Marini, a ben poco servirebbero gli sforzi produttivi.

“La giostra degli scambi”, tratto dall’omonimo romanzo, è una vicenda intricata, che vede Montalbano e il suo team lavorare spalla a spalla, su più fronti, per dipanare i tanti fili annodati che, come ci ha sovente mostrato Camilleri, spesso provengono da un’inaspettata matassa. Al centro delle vicende degli insoliti rapimenti, la scomparsa di un commerciante, un incendio doloso, e tutt’attorno furti d’auto, scazzottate in spiaggia, strane coincidenze, che impegnano la squadra giorno e notte.

La giostra degli scambi: un film ben fatto e ben recitato

Il racconto è limpido e la regia di Sironi catapulta immediatamente lo spettatore in quella Vigata che tanto amiamo, al centro del racconto. Zingaretti è impeccabile, fedele al suo personaggio e al contempo nuovo nell’esprimerlo, nel mostrarlo, come a voler sorprendere, senza però destabilizzare chi guarda, privandolo di quelle sicurezze che fanno si che Salvo sia uno di famiglia.

Come spesso accade nei racconti di Camilleri l’ordito giallo è solo un mezzo attraverso il quale sondare l’animo umano, le sue passioni, le sue devianze, in un crescendo di tensione che porta inevitabilmente all’epilogo drammatico.

“La giostra degli scambi” mostra come il male possa annidarsi inaspettatamente in animi all’apparenza miti, pacati, quando le passioni insane lo avvolgono, privandolo del senno. E’ questo un film particolarmente riuscito, non solo per l’avvincente trama, ma anche per una coralità investigativa che rende la pellicola più appassionante. Vedere un’episodio de “Il commissario Montalbano” è per lo spettatore un ‘tornare a casa’, un ‘ritrovare amici’, coi quali si entra subito in sintonia. Il cast artistico non delude, Peppino Mazzotta, Cesare Bocci, Angelo Russo (che anche stavolta non manca di regalarci i momenti più spassosi nei panni del simpatico Catarella) e Davide Lo Verde danno il meglio di se, anche quando la loro parte si riduce a pochi attimi.

La giostra degli scambi: Fabrizio Bentivoglio guest star di spessore

Incantevole l’interpretazione di Fabrizio Bentivoglio, guest star di lusso, che incanta e stupisce per la bravura, il suo Giorgio Bonfiglio è un personaggio sfuggente, ben delineato nei modi, per certi versi inquietante. Notevole lo sforzo interpretativo relativo al linguaggio, che fanno sembrare Bentivoglio un siculo doc, diversamene da altre star di puntata che le scorse stagioni hanno suscitato non poche critiche.

Manca stavolta un personaggio femminile di rilievo, e in tutta onestà non se ne sente la mancanza. Camilleri ha sempre avuto una particolare attenzione nei confronti di un universo femminile che il suo Montalbano ha sempre rispettato e protetto, ed anche qui è presente lo stesso garbo, e seppur i personaggi femminili rimangono sullo sfondo, tutto ruota attorno a loro.

A completare il tutto una fotografia di rango, che incornicia un mondo, quello siculo, in cui si rispecchiano le vicende, ed una cura dei costumi e delle ambientazioni spiazzante, senza dimenticare la bella colonna sonora. Insomma un lavoro di squadra che fa si che, come sempre, l’appuntamento col commissario nazionale sia quello con un prodotto di elevata qualità.

 

Maria Grazia Bosu

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