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Il codice del babbuino: conferenza stampa con i registi e il cast

Oggi, 08 Maggio 2018, si è tenuta la conferenza stampa de “Il codice del babbuino” alla presenza dei registi Davide Alfonsi e Denis Malagnino, dell’attore Tiberio Suma e del direttore della fotografia e montaggio Marco Pocetta, in occasione dell’anteprima del film. L’incontro è stato mediato dal giornalista Pierpaolo De Sanctis.

Il codice del babbuino: un thriller drammatico senza via di scampo

Il codice del babbuino film

“Il codice del babbuino” è un thriller drammatico diretto da Davide Alfonsi e Denis Malagnino, colonne storiche del collettivo Amanda Flor, che dopo “La rieducazione” e “Ad ogni costo”, ritornano dietro la macchina da presa con una storia di intolleranza, rabbia e vendetta, che, come loro stessi definiscono, è una sorta di western metropolitano ambientato nell’hinterland romano.

La pellicola racconta un fatto di cronaca realmente accaduto a Guidonia, lo stupro di una ragazza, il cui corpo è stato ritrovato nei pressi di un campo rom, che ha scatenato una reazione di vendetta con ronde alla caccia dello straniero.

La storia parte dal ritrovamento della ragazza, Patrizia, da parte di Denis, padre di famiglia senza lavoro, amico di Tiberio, fidanzato della stessa. Tiberio si mette immediatamente alla ricerca dei colpevoli, per trovare vendetta.

Il codice del babbuino: cinema povero come preziosa modalità stilistica

Pierpaolo De Sanctis ha introdotto la conferenza stampa, partendo dal fatto che “Il codice del babbuino” è un film nero. Non concede via di scampo a nessuno.

La povertà degli strumenti per la realizzazione del film ha garantito delle soluzioni stilistiche particolari. Marco Pocetta, che si è occupato della fotografia e del montaggio, ha affermato che la necessità si è trasformata in virtù. Per questa ragione, il montaggio utilizza dei movimenti sporchi con un audio che dà torpore, alternando picchi narrativi a andamenti più lenti. Le riprese sono  durate quattro mesi, girando ogni sera.

Il codice del babbuino: il branco contro il debole

Una questione è nata proprio dalla scelta del titolo de “Il codice del babbuino“: i registi hanno dichiarato che è stato pensato fin dalla prima sceneggiatura per rimandare alla strategia che questi animali utilizzano per punire i più deboli, coalizzandosi in gruppo. Vuole restituire un’era semantica della giungla e della bestialità.

Tiberio Suma, che interpreta il protagonista, nella vita è un infermiere in sala operatoria. “Il codice del babbuino” rappresenta la sua prima esperienza cinematografica. Ha dichiarato di non essersi ispirato a nessuno per questa interpretazione. Ha cercato di pensare a quale sarebbe stata la sua reazione di fronte ad una tragedia simile, portandola agli estremi: “ho interpretato me stesso”. La sceneggiatura è, infatti, un canovaccio che lascia grande libertà agli attori.

Una cosa curiosa è che ogni interprete ha mantenuto il proprio nome di battesimo nel film. Questo come spiega il regista, Davide Alfonsi, è stata una scelta funzionale, prima di tutto per fare in modo di ricordarsi i nomi, e anche per far si che ogni personaggio aderisse di più al suo interprete.

Uno sguardo sulla realtà

Alla domanda: “Perché non dare una speranza alla fine?”, Davide Alfonsi ha dichiarato che il finale senza possibilità di salvezza è stato fortemente voluto.  Si mette in scena l’inutilità del tentativo di esercitare la giustizia privatamente, attraverso la vendetta. Inoltre, quello che vediamo proiettato è la realtà di Guidonia, in cui persiste una mancanza quasi totale di controllo.

Mariateresa Vurro

08/05/2018

 

 

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