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I figli della notte

Recensione

I figli della notte – Recensione: l’esordio convincente di Andrea De Sica

I Figli Della Notte

“I figli della notte” segna l’esordio nel lungometraggio di Andrea De Sica. Il suo è sicuramente uno dei nomi più blasonati della settima arte: nipote del grande Vittorio e figlio del compianto compositore Manuel. Un ragazzo con il cinema nel sangue e, questo, si percepisce nel suo film, una sorta di racconto di formazioni di due adolescenti.

I figli della notte: disagi giovanili

Giulio e un adolescente ribelle che la madre iscrive in un collegio d’élite tra le Alpi, una prigione dorata dedicata ai rampolli delle famiglie più facoltose. Nella scuola vige una dura disciplina, perché, come intende subito precisare il preside nel discorso di benvenuto, qui si educano i futuri dirigenti del domani.

Tra atti di nonnismo perpetuati dagli alluni più anziani e le ferree regole proprie dell’istituto, il giovane non tarderà a stringere un amicizia fraterna con Edoardo, altro ragazzo tormentato al suo primo anno.

I due insofferenti all’ambiente circostante rintracciano il loro naturale sfogo nell’oscurità della notte e con tutto ciò che questa ha da offrire, non sapendo, però, che ogni loro mossa è attentamente osservata dagli educatori dell’istituto.

I figli della notte: film di atmosfere

I riferimenti, che non si traducono mai in palese citazionismo, provengono dalle più disparate fonti: dai tormenti interiori del “giovane Holden” del romanzo di Salinger al cinema di Kubrick. De Sica è abile nel mixare le varie suggestioni che, presumibilmente l’hanno ispirato nel suo processo creativo. L’intenzione è raccontare l’universo adolescenziale, con le sue paure e le sue fragilità, servendosi anche di tinte provenienti dal thriller e dall’horror.

“I figli della notte” è, innanzitutto, un film di atmosfere. I toni dark dell’efficace fotografia, l’accurata messa in scena, le musiche oscillanti tra toni oscuri e stranianti, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva.

Le carenze principali di “I figli della notte” vanno rintracciate in una sceneggiatura narrativamente debole in alcuni punti che non snocciolano mai, veramente, i temi centrali della storia.

Come esordio, comunque, il film convince e lascia ben sperare sulle capacità artistiche del suo regista.

Oreste Sacco

Trama

  • Regia: Andrea De Sica
  • Cast: Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Fabrizio Rongione, Yuliia Sobol
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 85 minuti
  • Produzione: Italia, Belgio 2016
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 31 maggio 2017

I figli della notte posterGiulio è il protagonista del film “I figli della Notte” di Andrea De Sica. Il ragazzo, di famiglia benestante, è costretto a entrare in un collegio molto prestigioso, dalle sembianze asburgiche e con la fama di essere una validissima palestra per quella che diventerà una classe dirigente rigida e spietata.

Giulio incontra Edoardo, un ragazzo dalla personalità opposta e anticonformista, incline alla ribellione e ne rimane immediatamente rapito.

La nuova coppia così formata, inizia un’aperta protesta al bullismo e prende a frequentare un locale notturno di prostitute in barba alle conseguenze che da lì a poco non tarderanno a presentarsi.

I figli della notte: storie di vita disumanizzata

“I figli della notte”, nel quale certamente trapelano tratti della biografia del regista, si snoda quindi tra i racconti di rampolli viziati, disciplina militare forzata – voluta dal dirigente della struttura – e bullismo controllato da telecamere nascoste. Alla stregua di un novello “Grande Fratello” Orwelliano, attraverso gli occhi di ex alunni adesso impiegati al servizio della struttura, chiamati “angeli”, tutto viene monitorato e sorvegliato: scappatelle e tentativi di fuga, marachelle e birichinate.

De Sica mostra con coraggio e intimità quasi paterna i volti e i corpi di questi teenager la cui vita disumanizzata, sembrerebbe non promettere nulla di buono.

La pellicola prende una svolta quasi da film horror quando Giulio ed Edo scoprono ‘l’ultimo piano’ con una porta sigillata oltre cui prendono vita fantasmi, resi ancora più glaciali dalle inquadrature volute da De Sica.

Gli adolescenti imparano presto di essere vittime di un sistema ineluttabile governato dal denaro dove tutto si trasforma, a dispetto anche delle migliori intenzioni, in mostruosa e violenta vigliaccheria.

Una morale quasi rassegnata per “I figli della notte”, debutto cinematografico di Andrea De Sica, per il quale il regista ha cercato una propria autonomia narrativa e drammaturgica, leggermente incrinata da un alone di – quasi – costante prevedibilità che possiamo, però, perdonare.

Trailer

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