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Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II – Recensione

Giunge al termine anche la saga cinematografica del maghetto con gli occhiali. “Harry Potter e i doni della morte – Parte II” porta in scena l’atto finale della lunga lotta fra Harry e Voldemort, uniti nella vita e nella morte

(Harry Potter and The Deathly Hallows: Part II) Regia: David Yates – Cast: Emma Watson, Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Helena Bonham Carter, Bonnie Wright, Alan Rickman, Tom Felton, Ralph Fiennes, Evanna Lynch, Julie Walters, Maggie Smith, Dave Legeno, John Hurt, Robbie Coltrane, Jamie Campbell Bower, Jim Broadbent, Jessie Cave, Jason Isaacs, David Thewlis, Gary Oldman, Michael Gambon, David Bradley, Bill Nighy – Genere: Fantasy, colore, 143 minuti – Produzione: Usa, Gran Bretagna, 2011 – Distribuzione: Warner Bros – Data di uscita: 11 luglio 2011.

harrypotterdonidellamorteparte2David Yates convince, dopo i fallimentari adattamenti de “L’Ordine della fenice” e “Il principe mezzosangue”, ma non così tanto come nella prima parte dell’epilogo.

Le cause potrebbero essere molteplici. Prima fra tutte l’attenuazione delle scene più dure da digerire per i fan, le dipartite di personaggi che vengono fugacemente mostrate e non cinicamente palesate come nel libro.

Un 3D che finalmente è funzionale alla narrazione, che tira e ingloba lo spettatore nello schermo, facendolo sentire anche un dissennato.

Le debolezze e la forza di Voldemort sono perfettamente rese dal bravissimo Ralph Fiennes, spietato e teneramente vulnerabile al punto giusto.

Gli sviluppi dei personaggi, seppur non tutti rivelati, sono in linea con l’evoluzione che essi hanno nel libro, e finalmente, vengono mostrati anche i lati più romantici della travagliata relazione fra Ron e Hermione.

In conclusione la parte che convince di meno è il finale. Il netto distacco che suggerisce nessun seguito è molto grottesco, e per non svelare troppo la trama, si può dire che un uso maggiore del digital morphing non avrebbe guastato.

Ognuno ha la sua strada, e anche se la Rowling deciderà di ricominciare a scrivere non potrà essere mai come questa epica avventura del maghetto con gli occhiali e la cicatrice a saetta.

Nadia Suriano

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