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Hancock – Recensione

Will Smith nei panni di un supereroe scapestrato, maleducato e atipico

Regia: Peter Berg – Cast: Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman, Jae Head, Eddie Marsan, David Mattey, Maetrix Fitten, Thomas Lennon, Johnny Galecki, Hayley Marie Norman, Dorothy Cecchi, Martin Klebba, Akiva Goldsman, Michael Mann, Brad Leland – Genere: Azione, colore, 92 minuti – Produzione: USA, 2008 – Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia – Data di uscita: 12 settembre 2008.

HancockA Los Angeles è arrivato Hancock! Un personaggio strano, fastidioso e schivo, ancor prima che un supereroe. E da questo suo bel caratterino nascono tutti i suoi problemi, quelli con i cittadini, con la polizia e con la legge. Ogni sua comparsa, o “caduta dal cielo”, provoca danni enormi che agli occhi di tutti annebbiano le sue buone intenzioni. Ma di problemi ce ne saranno altri, sicuramente più intriganti, che si mostreranno come dei veri colpi di scena durante il film.

Hancock ha molti poteri ma poche responsabilità: è imperfetto. E questa caratteristica, che lo rende più umano, è forse ciò che ha spinto Ray Embrey (Jason Bateman), il dirigente di una società di pubbliche relazioni, a prendersi a cuore la sua vita e la sua immagine.

Hancock sarebbe abbandonato al suo destino di “eroe rifiutato da tutti” se non fosse per Ray, un uomo buono e fiducioso che lo fa entrare nella sua casa e nella sua vita per cambiarlo e farlo diventare un supereroe migliore e amato dalla gente. L’originalità della trama e i sentimenti umani, che fanno da rovescio della medaglia alla comicità esilarante del personaggio, hanno conquistato da subito Will Smith che ci regala un’interpretazione grandiosa dell’atipico supereroe alcolizzato, e soprattutto del suo complesso stato mentale.

Lo stesso Smith sostiene che Hancock sia un tipo complicato, sempre nervoso e con difficoltà a relazionarsi, caratteristiche nuove ed originali per un supereroe. Charlize Theron che interpreta Mary, la bella moglie di Ray, s’identifica con il punto di vista dell’abitante comune di Los Angeles, che non tollera Hancock e il suo rumoroso e distruttivo atteggiamento. Il suo ruolo nella storia è un crescendo inaspettato.

Peter Berg, che sappiamo al lavoro per “Hercules”, dopo aver diretto “The Kingdom”, ha trovato in “Hancock” una sceneggiatura davvero adatta al suo talento, lavorando di squadra con Akiva Goldsman, Michael Mann, con cui aveva già collaborato per “The Kingdom” e James Lassiter. Il dinamismo esplosivo delle scene di volo e di atterraggio, a cui hanno partecipato i grandi guru degli effetti speciali John Frazier e Jim Schwalm, sono di forte impatto visivo e costituiscono naturalmente il ritmo dell’azione.

Ma Hancock non è Spiderman o Batman, dall’eleganza e dalla classe inconfondibile nei voli e nelle apparizioni improvvise, tutt’altro! Il suo stile volante è caotico, rapidissimo e ansioso ed ogni volta che mette piede a Los Angeles più che atterrare si schianta! Questa in realtà è stata la grande sfida degli stunt e degli addetti agli effetti visivi, da Dykstra a Crane a Eastwood, che per girare e lavorare sulla scena iniziale, che ci presenta Hancock e il suo modo di fare, hanno tenuto chiusa l’autostrada 105 per ben cinque giorni. Hancock è sicuramente un personaggio a cui ci si affeziona, un po’ com’è successo a Ray Embrey, che ha dentro di sé tanti sentimenti contrastanti e un rifiuto per le convenzioni che lo rendono sfuggente ma allo stesso tempo accattivante.

La sua storia dà al film la possibilità di passare dal comico all’azione al dramma sentimentale, toccando temi anche molto profondi della vicenda umana.

Eleonora Zilli

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