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Hai paura del buio – Recensione

È un’umanità dolente quella raccontata da ‘Hai paura del buio’, opera prima di Massimo Coppola presentato all’ultimo Festival di Venezia per la ‘Settimana internazionale della Critica’

Regia: Massimo Coppola – Cast: Alexandra Pirici, Erica Fontana, Lia Bugnar, Manrico Gammarota, Alfio Sorbello, Marcello Mazzarella, Angela Goodwin – Genere: Commedia, colore, 95 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 6 maggio 2011.

haipauradelbuioEva, giovane operaia rumena, che ha perso il lavoro, va a Melfi in Italia senza una ragione apparente. Allo stesso modo entra in contatto con il suo alter ego che è Anna, operaia anche lei. Le due donne insieme intraprenderanno un viaggio molto profondo alla ricerca delle loro paure. Intorno a loro vive un’umanità emarginata che si muove in città-macerie con una luce livida e con cieli gonfi di pioggia.

I personaggi sono totalmente avulsi da qualsiasi emozione e non vedono nessuna via d’uscita dal loro grigiore. Le giornate scorrono piatte davanti alla televisione per la famiglia di Anna e per il padre disoccupato, mentre nella stanza accanto la nonna sta morendo. E paradossalmente, la vita sembra esistere soltanto dove sta arrivando la morte per la giovane operaia. Dall’altra parte, Eva entra sempre di più nella vita di Anna, aprendo un contatto con i genitori finti buonisti e con il presunto fidanzato di lei.

Lo spettatore scoprirà alla fine perché Eva è arrivata lì e quanto dolore si può comprare con il denaro mandato da una madre sparita nel nulla. E’ qui che s’innesta il tema quando mai attuale dell’immigrazione. Coppola ci ricorda che dietro ai visi tristi delle badanti che oramai sono parte integrante della nostra vita, c’è solitudine, dolore e figli abbandonati in patria.

Il film inizia con un totale di una fabbrica fredda e rumorosa, per poi approdare ad un’altra realtà industriale, che è la Fiat Sata. A lunghi piani sequenza si alternano intensi primi piani delle protagoniste e non esistono campi e controcampi. Massimo Coppola usa per lo più la camera a spalla, sullo stile della Nouvelle Vague di Godard prima, adesso molto in uso dai fratelli Dardenne. Proprio dai due cineasti belgi sembra prendere ispirazione il regista, a cominciare anche dai dialoghi quasi inesistenti e dai luoghi tutti squallidi e privi di qualsiasi vita. E’ il cinema post-industriale, in cui l’uomo sembra contare meno di zero al pari di una scocca di macchina, fatta sulla linea di montaggio identica a tutte le altre.

L’opera risulta estremamente interessante dal punto di vista tecnico, ma soffre di una sceneggiatura a tratti poco credibile. Nel cast spicca, tra Anna (Erica Fontana) ed Eva (Alexandra Pirici) quest’ultima. La sua interpretazione è più ricca di sfumature, mentre quella di Erica Fontana risulta piatta e monocorde. Interessante l’uso della musica, in puro stile MTV.

Ivana Faranda

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