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Giovane e bella – Recensione

Francois Ozon torna al cinema con “Giovane e bella”, una pellicola incentrata sull’adolescenza e sulla scoperta del sesso

(Jeune et jolie) Regia: François Ozon – Cast: Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Charlotte Rampling, Nathalie Richard, Frédéric Pierrot – Genere: Drammatico, colore, 95 minuti – Produzione: Francia, 2013 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 7 novembre 2013.

giovaneebellaFrancois Ozon è il blasonato regista francese che ha avuto il privilegio, sin da giovanissimo, di dirigere molte delle grand dames del cinema d’oltralpe. Dai suoi esordi, ha esplorato l’animo femminile ed è quello che fa anche nel suo ultimo film “Giovane e bella”.

Presentato all’ultimo Festival di Cannes, la pellicola ha destato scandalo per aver affrontato il tema della prostituzione giovanile. In realtà, a ben guardare, questo è solo il pretesto per raccontare il passaggio dell’adolescenza della giovane e carina Isabelle.

Il film è diviso in stagioni, ognuna accompagnata da una canzone di Francoise Hardy. Si apre con l’estate, abbacinante e piena di luce. È il tempo della scoperta del sesso, con un ragazzetto belloccio tedesco, conosciuto in vacanza. Potrebbe essere “il tempo delle mele”, ma così non è. Inizia, invece, la doppia vita della protagonista, una ragazza inquieta che della dolce Vic, ha ben poco. L’autunno parigino ha il viso segnato ma ancora affascinante di Georges, primo cliente di Léa, il personaggio maschile più incisivo di tutta la narrazione.

Tutta la vita di Isabelle corre su un doppio binario, fino all’incidente che romperà il circolo vizioso in cui si avvita la sua esistenza. Per tutto il film non si capisce perché lei si dedichi alla prostituzione e, in fondo, non è affatto importante.

Francois Ozon usa la camera per esplorare tutto quel mondo in ebollizione che è la vita di un adolescente, che apparentemente ha tutto, fuorché la capacità di amare. Il suo è un voyeurismo elegante e freddo, da maestro che non sbaglia mai i tempi. Tutto il lavoro ruota intorno alla figurina sottile e quasi virginale di Marine Vacht, giovane modella al suo terzo film, che buca lo schermo con il suo sguardo. Attorno a lei, il fratellino complice Victor e la mamma, donna moderna e aperta, persa davanti alle scelte forti della figlia.

Ozon da sempre racconta l’alta borghesia bobo (bohemian bourgeois) e qui non cambia registro. La sua protagonista non è una vittima ma è totalmente consapevole delle sue decisioni. Il sesso, per lei è una scelta e non è quasi mai piacere. E il regista questo lo mostra, ma non lo esibisce con volgarità.

Il cerchio si chiuderà alla fine con un finale da maestro tutto da scoprire. Basti dire che ne è protagonista Charlotte Rampling in un’apparizione quasi magica. Ottimo il cast, a cominciare dalla giovanissima Marine Vacht, di cui sentiremo sicuramente parlare.

Ivana Faranda

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