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Frances Farmer

Biografia

Frances Farmer, diva ribelle, atipica e così lontana dai canoni del cinema hollywoodiano degli anni 50. La sua carriera è una vera e propria “discesa nell’inferno dei vivi” come lei stessa scriverà al termine della sua logorante esistenza, costellata da dolore, ma anche da successi e notorietà.

Frances Farmer, da Hollywood ai manicomi

(Seattle, 19 settembre 1913 – Indianapolis, 1 agosto 1970)

francesfarmerLa sua figura è stata lungamente studiata e riproposta sul grande schermo, a lei sono dedicati tre libri e tre film, di cui uno interpretato magistralmente da Jessica Lange (“Frances” 1982), nonché numerose interviste e articoli.

Tutto questo denota non solo un interesse vivo e tangibile per l’artista in sé, ma anche e soprattutto, per la donna che si cela dietro la talentuosa interprete che conosciamo. La sua carriera è stata breve ma intensa e il suo vissuto ha inciso una traccia indelebile nell’industria cinematografica del tempo sollevando questioni e dubbi: può uno status sociale giustificare la morbosità mediatica? E’ colpevole chi sovverte i canoni prestabiliti o il reo è colui che crea barriere invalicabili?

Frances Farmer nasce a Seattle, Washington, da Ernest Melvin Van Farmer e Lillian Ornum Farmer. La sua carriera teatrale inizia nel 1931 quando vince 100 $ in un concorso di scrittura al liceo e ottiene anche la possibilità di partire per Mosca. Nonostante la riluttanza di sua madre, intraprende il viaggio. Dopo quattro anni trascorsi al Teatro d’Arte di Mosca, nel 1935 torna in patria e si reca a New York , dove viene notata dalla Paramount Pictures, che la scrittura, anche se non come attrice, ma come starlet.

La sensibilità artistica della Farmer non impiega molto tempo a evidenziare il suo brillante talento e, anche se il ruolo di subrette inizialmente la dequalifica, è comunque un trampolino di lancio molto significativo, che le da l’opportunità di mettersi in luce.

L’ascesa nel mondo del cinema

Nel 1936 gira il suo primo film “Ambizione”. La trama è incentrata sulla vita e la scalata al successo di un industriale della carta tra le foreste del Wisconsin verso la fine dell’Ottocento. Per la carriera egli rinuncia alla donna amata, ma trent’anni dopo si innamora della figlia di quest’ultima, ritrovandosi come rivale il proprio figlio. La pellicola viene lodata dal pubblico e dalla critica, soprattutto per la duplice interpretazione della Farmer nel ruolo della madre e della figlia.

Le recensioni salutano l’avvento dell’attrice ad Hollywood con grande ottimismo, dipingendola come una nuova grande stella.

A partire dal 1938 inizia il fortunatissimo connubio tra Frances Farmer, Harold Clurman e Clifford Odets, il primo regista e il secondo drammaturgo, che la invitarono a entrare a far parte dell’Actor’s Studio. Fra Odets e Frances nascerà un’intensa relazione amorosa, che terminerà, così come il sodalizio professionale, dopo che Clurman e Odets sceglieranno di produrre un’altra attrice in uno spettacolo a Londra. Nel frattempo Odets decide di chiudere la storia con la Farmer e di tornare da sua moglie, Luise Rainer. Entrambi gli eventi addolorano molto l’attrice, che si sente tradita sia professionalmente che sentimentalmente, così che conclude questa esperienza, accusando i due uomini di averla sfruttata per la sua fama per poi, una volta raggiunto il successo, liberarsi di lei.

Torna alla Paramount accettando di girare per tre mesi ogni anno un film, scegliendo di dedicarsi al teatro nel tempo che trascorre lontano dagli studios.

La caduta di una stellafrances farmer prigione

Dal 1939 inizia la sua rovinosa caduta nell’alcolismo e nell’abuso di stupefacenti, tanto che la sua immagine pubblica comincia a subire i primi contraccolpi. Anche la vita alla Paramount diventa insostenibile: i produttori fanno carte false per allontanarla dai set e a Hollywood è vista come un personaggio scomodo dati i suoi modi irascibili e impetuosi.

Il 19 ottobre 1942 la Farmer viene fermata dalla polizia a Santa Monica per guida con i fari accesi, vietata dalle disposizioni belliche per l’oscuramento. Secondo i testimoni non è in grado di esibire la patente di guida e si profonde in intemperanze verbali.

Nello stesso periodo una parrucchiera deposita una querela contro la Farmer accusandola di averle slogato una mascella durante un alterco nei camerini degli studi Monogram.

Tutto accade sotto l’occhio vigile della madre, figura ambigua e torbida nella vita di Frances. La donna da sempre vive alle spalle della sfolgorante carriera di sua figlia, sperando che in quel mondo meraviglioso ci sia uno spicchio di luce anche per lei.

Per ordine di sua sorella, Frances viene trasferita al reparto psichiatrico della Massachusetts General Hospital, a questo punto interviene Lillian Farmer che inizia una lunga battaglia legale perché la tutela della figlia venga trasferita dallo Stato a lei. Anche se molti psichiatri testimoniano che l’attrice ha bisogno di ulteriori trattamenti, la madre prevale.

Frances torna con i genitori, ma non ha buoni rapporti con la madre e di lì a sei mesi la aggredisce fisicamente. La donna ha voluto a tutti i costi sua figlia con sé per poter gestire al meglio la sua carriera: si mette in contatto con produttori, giornalisti e televisioni, sperando di ricostruire l’immagine deturpata di un’attrice ormai verso il viale del tramonto.

Riportata d’urgenza in clinica psichiatrica, la Farmer è sottoposta a una serie di elettroshock. Tre mesi più tardi, durante l’estate del 1944, è definita “completamente guarita” e rilasciata.

Dopo un breve periodo, su richiesta della madre, la trentaduenne ex diva di Hollywood viene internata nel manicomio del Western State Hospital nel maggio 1945 e vi rimane 5 anni. Trascorre intere giornate in cella di isolamento, stretta in una camicia di forza.

L’attrice, dopo il difficile ritorno alla vita, ormai decaduta lavora come portinaia in un albergo quando viene rintracciata per caso da un giornalista che pubblica la sua terribile storia e tenta di rilanciare la carriera. Nel 1958 gira il suo primo film dopo 15 anni e torna a recitare per il teatro, ma non è più la stessa.

In televisione, dopo alcune apparizioni in talk show seguite morbosamente in tutti gli Stati Uniti, lavora per 5 anni in una TV locale come conduttrice del “Frances Farmer Show” che ha ottimi indici di gradimento. Viene licenziata nel 1964 quando il suo alcolismo cronico diventa ingestibile. Negli ultimi anni viene arrestata due volte per guida in stato d’ebbrezza e prova ad avviare delle piccole attività commerciali, sempre fallite.

Poco prima di morire di cancro a 57 anni scrive l’autobiografia, “Will there really be a morning?”.

Sara Catalini

Filmografia

frances farmer primo piano

Frances Farmer Filmografia – Cinema

  • Too Many Parents, di Robert F. McGowan (1936)
  • Border Flight, di Otho Lovering (1936)
  • Rhythm on the Range, di Norman Taurog (1936)
  • Ambizione, di Howard Hawks e Richard Rosson (1936)
  • Exclusive, di Alexander Hall (1937)
  • Alla conquista dei dollari, di Rowland V. Lee (1937)
  • L’isola delle perle, di James P. Hogan (1937)
  • Ride a Crooked Mile, di Alfred E. Green (1938)
  • A sud di Pago Pago, di Alfred E. Green (1940)
  • Flowing Gold, di Alfred E. Green (1940)
  • World Premiere, regia di Ted Tetzlaff (1941)
  • Odio di sangue, di Alfred E. Green (1941)
  • Among the Living, di Stuart Heisler (1941)
  • Il figlio della furia, di John Cromwell (1942)
  • I Escaped from the Gestapo, di Harold Young (1943)

Frances Farmer Filmografia – Televisione

  • Playhouse 90 (1 episodio), (1958)
  • Matinee Theatre (1 episodio), (1958)
  • Studio One (1 episodio), (1958)
  • The Party Crashers, di Bernard Girard (1958)
  • Frances Farmer Presents (Serie tv) (1958)

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