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Franca Rame

Bioografia

Franca Rame, nella vita e nell’arte la metà di Dario Fo

(Villastanza, 18 luglio 1929 – Milano, 29 maggio 2013)

Franca Rame attriceCon il marito Dario Fo ha dato vita ad un sodalizio che ha lasciato il segno nella storia italiana. Franca Rame nasce in un piccolo paesino della provincia di Milano il 18 luglio del 1929. La sua è una stirpe di artisti, dal lontano 1600.

Infatti, Franca gira, sin da piccolissima, per i paesi del circondario con la compagnia teatrale composta dalla sua grande famiglia, con il padre Domenico, di fede socialista, che dà spesso gli incassi delle serate in sostegno alla causa della lotta operaia.

Dunque Franca debutta a soli otto giorni, in braccio alla madre Emilia nel ruolo di infante e già nel dna ha tutto quello che caratterizzerà la sua vita; l’amore per le tavole del palcoscenico e l’impegno sociale.

Nel 1950 si dedica insieme alla sorella alla rivista e viene scritturata nella compagnia di Tino Scotti per lo spettacolo “Ghe pensi mi”.

L’amore con Dario Fo

Franca Rame Dario FoÈ bella e charmant ed il suo ruolo è quello della “bellissima” subrettona recitante che, a differenza della subrettina, ha delle battute ed è vestita con eleganza. Franca Rame e il suo futuro marito Dario Fo s’incontrano nel 1951 durante lo spettacolo di Spiller e Carosso “Sette giorni a Milano”.

Lui finge di non vederla neanche ed è lei a prendere l’iniziativa. Sarà un sodalizio che li unirà per tutta la vita fuori e dentro la scena. Nel frattempo, debutta sul grande schermo nel film di Vittorio Metz e Marcello Marchesi con Walter Chiari “Lo sai che i papaveri” (1952), che non si può certo definire un capolavoro.

Segue nel 1956 “Lo svitato” diretto da Carlo Lizzani con Dario Fo, che collabora anche alla sceneggiatura, e nel frattempo è diventato suo marito. La pellicola si rivela un flop totale. Mentre non si può dire lo stesso dell’attività teatrale della premiata coppia che va a gonfie vele. È del 1953 la prima rivista satirica “Il dito nell’occhio” diretta, scritta ed interpretata da Fo, in collaborazione con il maestro francese della pantomima Jacques Lecoq.

Peccato che visti i toni squisitamente anticlericali, cominciano i primi problemi di censura, che non finiranno mai. Nel 1955 nasce il
figlio Jacopo e nel 1957 Dario e Franca fondano la loro compagnia “Compagnia Fo-Rame”. Lui firmerà i testi, la regia e le scenografie e sarà il protagonista accanto a lei sulla scena. Mentre, di tutti gli aspetti organizzativi se ne occuperà la sorella di lei Pia, insieme ai fratelli Enrico e Fulvio, come ai tempi della compagnia di giro del padre.

Le follie di Franca Rame

Franca Rame biografiaDal 1956 al 1966, l’attrice milanese girerà una decina di pellicole, per lo più commedie leggere, in cui è la bellona evanescente. Tra queste: “Il cocco di mamma” (1957) di Mauro Morassi con “il povero ma bello” Maurizio Arena e “Follie d’estate” (1966) di Edoardo Anton con Ugo Tognazzi, Renato Rascel, Carlo Dapporto e il marito Dario.

Nel 1962 sempre in coppia con la sua metà, Franca Rame sarà al centro di una serie di polemiche, nate in seguito ad uno sketch interpretato dai due nel popolare spettacolo del sabato sera “Canzonissima” legato alla lotteria d’Italia. Per la prima volta si parla di temi forti come morti bianche, mafia e tematiche legate all’attualità in un programma televisivo d’intrattenimento.

Scoppia il finimondo e per non cedere ai tagli della censura, la coppia di artisti si tira fuori e viene messa al bando per sempre dalla televisione pubblica.

Poi arrivano gli anni del femminismo abbracciato a tutto tondo dalla Rame, che lo incarna scrivendo testi importanti sull’argomento da lei stessa interpretati. Mentre è del 1971 la sottoscrizione della coppia all’appello del settimanale Espresso contro il commissario Luigi Calabresi, coinvolto nel 1969 nella morte dell’anarchico Pinelli a seguito dei drammatici fatti di Piazza Fontana a Milano.

Il rapimento e l’orribile esperienza

Franca RameMa tutto questo lo pagherà a caro prezzo: infatti a sfregio del suo essere donna e di sinistra, nel 1973, l’attrice viene rapita da un gruppo di esponenti dell’estrema destra e subisce violenza ripetutamente. Superato lo shock, racconterà l’accaduto con coraggio nel monologo “Lo stupro” del 1981.

Il procedimento penale da lei iniziato è giunto a sentenza definitiva dopo lunghi 25 anni, facendo cadere il reato in prescrizione. Il ritorno al cinema è con “Una lepre con la faccia da bambina” di Gianni Sera del 1989 sulle drammatiche conseguenze della nube tossica di diossina sprigionatasi a Seveso nel 1976. Mentre è del 1981 il film tratto da un piece teatrale di G.B. Shaw, “La professione della signora Warren”, diretto da Giorgio Albertazzi in cui lei è la madre, che una figlia scopre essere tenutaria di un bordello.

La carriera cinematografica di Franca Rame finisce qui, ma non quella teatrale, che è andata avanti ancora per anni. E non solo! Nel 2006 si candida con successo alle elezioni politiche per il partito l’Italia dei Valori di Antonio di Pietro, per poi lasciare il suo seggio al Senato nel 2008 perché non d’accordo con gli orientamenti governativi.

Il 29 maggio del 2013, ormai malata da tempo (il 19 aprile era stata colpita da un ictus), l’attrice muore in seguito a una crisi respiratoria.

Ivana Faranda

Filmografia

Franca Rame Filmografia – Cinema

Franca Rame primo piano

  • Lo sai che i papaveri, regia di Marcello Marchesi (1952)
  • Rosso e Nero, regia di Domenico Paolella (1954)
  • Rascel-Fifì, regia di Guido Leoni (1956)
  • Lo svitato, regia di Carlo Lizzani (1956)
  • Il cocco di mamma, regia di Mauro Morassi (1957)
  • Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
  • La zia d’America va a sciare, regia di Roberto Bianchi Montero (1958)
  • Amore in quattro dimensioni, regia di Massimo Mida (1963)
  • Extraconiugale, regia di Mino Guerrini (1964)
  • Follie d’estate, regia di Carlo Infascelli, Edoardo Anton (1964)
  • Una lepre con la faccia di bambina, regia di Gianni Serra (1988)
  • Nobel per due, regia di Filippo Piscopo (1998)
  • Io non sono un moderato!, regia di Andrea Nobile (2007)

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