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Flags of Our Fathers – Recensione

La battaglia di Iwo Jima raccontata dal talentuoso regista Clint Eastwood

Regia: Clint Eastwood – Cast: Ryan Phillippe, Adam Beach, Jesse Bradford, Jamie Bell, Paul Walker, Neal McDonough, Joseph Cross – Genere: Guerra, colore, 130 minuti – Produzione: Usa, 2006 – Distribuzione: Warner Bros. – Data di uscita: 10 novembre 2006.

flags-of-our-fathersÈ assolutamente limitante credere che “Flags of Our Fathers” sia semplicemente un film su un episodio, quello di Iwo Jima, della Seconda Guerra Mondiale. Si può invece intravedere in esso un vero e proprio esperimento estetico che trova espressione felice nel lavoro di un regista, nel pieno della maturità, che difficilmente delude.

L’ambizioso progetto di raccontare attraverso due film (l’altro è “Letters From Iwo Jima”) una storia che, pur essendo la stessa, si trasforma in duplice narrazione, riconferma l’originalità di Clint Eastwood, autore capace di entrare nel cuore del dramma, toccando sempre le corde giuste, lontano da qualsiasi stonatura.

L’idea di fondo si rivela nella triste constatazione che al di là di vincitori e vinti gli esseri umani sul campo di battaglia sono tutti nella stessa terribile situazione. La paura, la rabbia, la violenza si manifestano indipendentemente dal colore della divisa indossata, così come il coraggio e l’orgoglio. Nessuno stereotipo vizia una narrazione capace di prendere vie che schivano con successo la solita divisione manichea tra bene e male, che tanto contraddistingue certa produzione propagandistica.

L’immagine della bandiera americana innalzata con fatica e sofferenza da sei soldati è uno spunto intelligente per una riflessione sulla sofferenza e la solitudine di chi si trova a combattere. Inoltre non meno importante la critica al potere che sfrutta la finzione dei media per ingannare la gente sulla realtà dei fatti. Per Eastwood, alla resa dei conti, la guerra con i suoi massacri e i suoi orrori fa sempre e solo vittime.

Massimo Racca

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