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Fai bei sogni

Recensione

Fai bei sogni – Recensione: questo non è il Bellocchio che ci piace

Fai bei sogni

Con “Fai Bei sogni” Marco Bellocchio adatta per il grande schermo il romanzo omonimo di Massimo Gramellini, uno dei maggiori successi letterari italiani degli ultimi anni.

Nel libro lo scrittore/giornalista torinese racconta di come abbia perso la madre da bambino e della difficile elaborazione di questo lutto.

Bellocchio, dopo aver scritto un corposo soggetto, ha realizzato la sceneggiatura assieme a Valia Santella e Edoardo Albinato, per concretizzare il tutto in una pellicola di ben 133 minuti sicuramente non all’altezza dei suoi lavori migliori.
“Fai bei sogni” è un film interminabile, dal montaggio ‘anarchico’, che non rispetta un filo logico narrativo e soprattutto si presenta come il disomogeneo intreccio di due diverse storie.
Questo perché, seppur il protagonista sia sempre uno, Massimo (anche nella finzione cinematografica il protagonista conserva il nome di Gramellini), la pellicola è come se avesse due anime.

Se l’infanzia e l’adolescenza di Massimo mostrano una potenza narrativa rilevante, lo stesso non può dirsi per le vicende che riguardano la sua fase adulta. La pellicola rimbalza fra le diverse età del protagonista, rendendo ancora più evidente le differenze qualitative della narrazione.

Fai bei sogni: Nicolò Cabras e Barbara Ronchi affascinano per bravura e dolcezza

Il Massimo bambino è interpretato da un eccezionale Niccolò Cabras che, assieme alla bravissima Barbara Ronchi, che impersona la madre, ruba la scena agli attori più titolati, dando vita a sequenze di una bellezza e di una grazia inusuali. Grazie anche a brani musicali di grande intensità, e tra questi non possiamo non citare ‘Resta cu’mmè’ del grande Domenico Modugno, la coppia mette in scena l’amore immenso e quasi magico che li lega. Splendida la scena del ballo che apre la pellicola, un inno alla gioia, uno dei pochi momenti di vera felicità di tutto il racconto, e altrettanto splendidi gli sguardi con cui il bambino osserva la madre. Attraverso i suoi occhi leggiamo le sfaccettature di un legame forte, occhi innocenti che non riescono a comprendere il velo oscuro dal quale la donna, a volte, si lascia avvolgere.

Fai bei sogni: Roberto Herlitzka e Dario Delbono protagonisti di un attimo di grande cinema

Di grande intensità emotiva e spirituale, vero fulcro filosofico del film, la sequenza in cui il Massimo adolescente, cui presta volto e anima il bravo Dario Delpero, ha una conversazione privata col suo insegnante, un sacerdote interpretato dall’immenso Roberto Herlitzka, che pronuncia la frase simbolo del film: “Si diventa grandi nonostante”. Nonostante il dolore, nonostante le avversità, si può diventare grandi nella vita nonostante tutto ciò che pare remare contro.

Fai bei sogni: un film in cui regna la disarmonia cinematografica

Del resto del film c’è poco da dire: Mastandrea non riesce a dare il meglio, imprigionato in brandelli di vita troppo brevi per poterne dispiegare l’essenza. La vita emotiva dell’uomo è quasi marginale, per dare spazio alla sua carriera lavorativa, anche questa però mostrata in modo frammentario, appiccicando qua e là momenti ad effetto come quello in cui l’uomo è corrispondente di guerra a Sarajevo. Il regista rammenta comunque a ragione che mentre nella città insanguinata non si contavano i morti a qualcuno rimaneva il tempo per eleggere le miss.

Non ce ne voglia la bella e brava Berenice Bejo, ma le poche immagini in cui è presente ci sembrano ben poca cosa per conquistare nelle locandine lo spazio riservato ai protagonisti.

Al film manca l’armonia narrativa necessaria per poter narrare una tematica così drammatica come la difficoltà ad elaborare un lutto fino a quando non si comprende che il primo passo è accettarlo, ammettere la perdita. Peccato, le evidenti sfilacciature narrative impediscono l’empatia del pubblico con le vicende, e depauperano i contenuti.

Segnaliamo con piacere il delizioso breve cameo di Piera Degli Esposti e la bella fotografia di Ciprì.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Regia: Marco Bellocchio
  • Cast: Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo, Fabrizio Gifuni, Guido Caprino, Barbara Ronchi, Miriam Leone, Nicolò Cabras, Dario Dal Pero, Arianna Scommegna, Bruno Torrisi, Manuela Mandracchia, Giulio Brogi, Emmanuelle Devos, Roberto Di Francesco, Fausto Russo Alesi, Pier Giorgio Bellocchio, Piera Degli Esposti, Roberto Herlitzka
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 134 minuti
  • Produzione: Italia, Francia, 2016
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 10 novembre 2016

Fai bei sogniCon “Fa bei sogni” Marco Bellocchio porta sul grande schermo il libro autobiografico di Massimo Gramellini, vicedirettore de ‘La Stampa’, in cui il giornalista parla dell’elaborazione del lutto per la morte della madre avvenuta in circostanze misteriose quando lui era giovanissimo.

Siamo nel 1969, a Torino, la mattina del 31 dicembre, a soli nove anni, Massimo trova suo padre nel corridoio di casa, sostenuto da due uomini: la madre è morta, ma come? Massimo va avanti, rifiutandosi di accettare questa scomparsa, senza mai riuscire a fare i conti col proprio dolore, diventa giornalista, si realizza professionalmente, ma la sua è un’anima che non ha trovato mai pace.

Nel 1990, quando deve vendere il vecchio appartamento di famiglia, riaffiorano tutti i problemi irrisolti, che lo costringono a fare i conti con le sue ferite, che il tempo ha trasformato in ossessioni. Avrà conforto dalla vicinanza di Elisa, che lo aiuterà in questo difficile e doloroso percorso.

“Fai bei sogni” è stato presentato al Festival di Cannes 2016 nella categoria ‘Quinzaine des Realisateurs’ incontrando i favori del pubblico.

Clip

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