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Evil Things – Cose Cattive – Recensione

Con “Evil Things – Cose Cattive”, Simone Gandolfo porta sullo schermo un horror di buona fattura, che dimostra come il talento e la professionalità siamo più importanti del budget per la buona riuscita di un film

Regia: Simone Gandolfo – Cast: Marta Gastini, Pietro Ragusa, Aaron Reg Moss, Nicola Sorrenti, Jennifer Mischiati, Giuseppe Lo Console, Jun Ichikawa, Sara Lazzaro – Genere: Horror, colore, 94 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Inside – Data di uscita: 30 gennaio 2013.

evil-things-cose-cattiveHorror ben confezionato questo, prodotto da Luca Argentero (con un micro-budget che supera di poco i centomila euro per quattro settimane di lavorazione), per la regia di Simone Gandolfo che, toccando le corde della tensione e della paura, scava in profondità sull’incomunicabilità dei nostri tempi, che vedono un’intera generazione di giovanissimi relazionarsi esclusivamente sui social network.

E sarà proprio questa fiducia illimitata nella realtà virtuale che porta quattro ragazzi, finalisti di un gioco on-line in cui i concorrenti dovevano postare le ‘cose cattive’ che erano riusciti a realizzare, in uno sperduto casolare in campagna, per stabilire chi sarà il vincitore, il ‘prescelto’ dal ‘maestro’, deus ex machina della competizione.

Ma la realtà, quella vera, è ben distante da quella che appare tale in rete, e i ragazzi non hanno neppure il minimo sentore di ciò che li aspetta.

Così Gandolfo, strizzando volutamente l’occhio a “Saw”, porta in scena tutti gli ingredienti propri dei film di genere, il buio, l’impotenza delle vittime, la corsa nel bosco, le torture, la lotta per la sopravvivenza e quant’altro serve per creare l’atmosfera da ‘paura’ necessaria in questi casi, comprese le farneticazioni peseudo-religiose, senza mai abusare di scene in notturna, come spesso accade in questi casi.

In un cast quasi totalmente formato da giovanissimo da segnalare le performance di Marta Gastini/Nina e Pietro Ragusa/Gabriel.

Nonostante il limitatissimo budget gli effetti speciali sono degni di essere chiamati tali, e ben si sposano col contesto narrativo.

Belle le musiche e brava Violante Placido nel brano finale “Hey Sister”.

A proposito di finale, non scappate sui titoli di coda, c’è un finale nel finale.

Maria Grazia Bosu

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