Eco Del Cinema

Diciotto anni dopo – Recensione

Il Miglior esordio italiano alla regia degli ultimi anni

Regia: Edoardo Leo – Cast: Edoardo Leo, Marco Bonini, Sabrina Impacciatore, Eugenia Costantini, Gabriele Ferzetti, Tommaso Olivieri, Vinicio Marchioni, Max Mazzotta, Carlotta Natoli, Pasquale Anselmo, Valerio Aprea, Luisa De Santis, Giancarlo Magalli – Genere: Commedia, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 4 giugno 2010.

diciottoannidopoParlare di un film con una (bella!) sceneggiatura nel nostro Paese è raro, molto raro! Per questo quando si guarda “Diciotto anni dopo” di Edoardo Leo si rischia davvero di sentire il bisogno impellente di alzarsi dal proprio posto e, nel buio della sala cinematografica, cominciare ad applaudire. Mirko (Edoardo Leo) e Genziano (Marco Bonini) sono due fratelli che non si parlano da diciotto anni, dopo che un incidente ha portato via loro la madre.

Mirko vive a Roma, è balbuziente e nella vita non riesce mai a prendere una decisione; Genziano vive a Londra, è un broker e ha il perfetto controllo della sua vita. Due uomini completamente diversi che dovranno affrontare un viaggio con la Morgan, la vecchia automobile di famiglia per andare a spargere le ceneri del padre, morto improvvisamente, accanto alla tomba della madre.

Giocando sempre sui registri del comico e del drammatico, tra presente e passato, Edoardo Leo mette in scena un percorso, una redenzione, un pellegrinaggio in cui i personaggi prenderanno coscienza di loro stessi, facendo i conti con il loro pesante passato e con quei, a volte troppo stretti, legami di sangue. “Diciotto anni dopo è un road movie che porta lo spettatore da Roma a Scilla, con personaggi ben strutturati, mai banali che non scadono nel ridicolo o nella macchietta, come invece accade nel cinema comico italiano degli ultimi anni. Ci sono voluti dieci anni per realizzare questo lavoro, ma, considerando il risultato ottenuto, ne è davvero valsa la pena.

Il livello è alto anche per ciò che riguarda gli altri reparti, come il montaggio, la fotografia (da cartolina!) e l’azzeccata colonna sonora. Un omaggio doveroso va fatto al maestro Gabriele Ferzetti, con la sua consueta impeccabile interpretazione. Forse solo un piccolissimo neo di sceneggiatura lo si può trovare nel difficile personaggio di Cate (interpretato benissimo dalla giovane attrice Eugenia Costantini): può essere considerato un azzardo, un rischio facilmente digeribile grazie alla magia della settima arte. Comunque questo rimane un film scritto bene, diretto ancora meglio e recitato in modo eccelso.

Davide Monastra

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