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Deep Water – La folle regata – Recensione

Tre uomini da soli in mezzo al mare, un viaggio intorno al mondo e un premio in palio: un film intenso sul rapporto viscerale dell’uomo con la natura

(Deep water) Regia: Louise Osmond, Jerry Rothwell – Cast: Jean Badin, Clare Crowhurst, Donald Crowhurst, Simon Crowhurst, Santiago Franchessie, Ted Hynds, Donald Kerr, Robin Knox-Johnston, Françoise Moitessier de Cazalet, Simon Russell Beale, Tilda Swinton, Ron Winspear – Genere: Documentario, colore, 90 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2006 – Distribuzione: Pathe Pictures International – Data di uscita: 14 novembre 2008.

deep-water-la-folle-regataNel 1968, il giornale Sunday Times sull’onda del clamore suscitato dal navigatore solitario Francis Chichester, che aveva attraversato il globo con il suo Gipsy Moth IV, indice la prima regata in solitario senza scalo intorno al mondo. Due i premi in palio, il Golden Globe per la prima volta e 5000 sterline per il viaggio più veloce. Partecipano a questa straordinaria competizione in 9: tra questi Robin Knox-Johnston che vince, il grande Bernard Moitessier, Nigel Tetley, dato subito tra i favoriti, e l’outsider Donald Crowhust.

Piccolo imprenditore e padre di quattro figli, quest’ultimo s’indebita fino all’ultimo centesimo per armare la sua imbarcazione senza aver la minima cognizione di cosa s’accinge a fare. Parte il 31 ottobre nell’ultimo giorno utile e capisce subito che non può farcela. Ma, invece di rinunciare si nasconde nell’Atlantico dando false posizioni per poi ricomparire al momento giusto. La sua piccola furbizia da uomo tuttavia non ha fatto i conti con il mare, ribattezzato da Bernard “Il grande capo”.

Si dice che durante le lunghe navigazioni in solitario o ci si ritrova o ci si perde definitivamente. È così Crowhust impazzisce, lasciando dietro di sé una serie di diari di bordo farneticanti, una barca alla deriva e nessuna traccia del suo corpo.

“La folle regata” è una storia di tempi in cui i Cinquanta Urlanti e i Quaranta Ruggenti di Capo Horn si affrontavano senza telefoni satellitari e Gps ma solo con un mezzo robusto e tanto rispetto per il mare. Sullo schermo accanto a video privati dell’epoca, la testimonianza di coloro che erano vicino ai 9 temerari. Tra questi, la vedova e i figli del povero protagonista e Francoise, la moglie di Moitessier. È stato proprio lui, a stupire il mondo, quando vincitore sicuro ha lanciato ad un cargo con una fionda il messaggio “Continuo perché sono felice in mare” e senza tornare ha navigato da solo per altri 6 mesi.

Due uomini agli antipodi, Crowhust e il navigatore francese, che era un tutt’uno con le onde e il suo ketch Joshua. Alla fine, la regata è stata portata a termine solo dal vincitore Knox-Johnston, che ha donato il premio di 5000 sterline alla famiglia di Crowhust. Un film sul mare e non solo, sulla difficoltà dell’uomo, che da solo con se stesso affronta l’orizzonte indistinto del cielo e dell’Oceano.

Ivana Faranda

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