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Daredevil – Recensione

Daredevil, il supereroe non vedente, il giustiziere duro e puro, protagonista di un film di buona, ma non ottima qualità

Regia: Mark Steven Johnson – Cast: Ben Affleck, Jennifer Garner, Michael Clarke Duncan, Colin Farrell, Jon Favreau – Genere: Azione, colore, 103 minuti – Produzione: USA 2003 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 9 febbraio 2003.

daredevilSupereroi contro le forze del male?? Già sentito. Ma se non si conoscesse il confine che separa questa sottile linea? Potrebbe essere proprio questo l’incipit della storia basata sul meno noto personaggio della Marvel, l’avvocato/giustiziere non vedente “Daredevil” interpretato da un Ben Affleck in formissima.

Una volta l’eroe, che fosse super o meno, sgominava i nemici alla fine del film, attraverso numerose prove, nonché fatiche erculee. Oggi, e gliene siamo grati, i soggetti su questo genere di pellicole spaziano liberi, creano senza illudere, raccontando storie di uomini (e di donne), che diventano speciali, in un trionfo di effetti speciali. Dopo aver visto il padre infrangere la sua integrità morale, il giovane Matt perde la vista (ma acuisce tutti gli altri sensi) in seguito ad un incidente con dei materiali tossici. Grazie a ciò, a caro prezzo, ha acquisito i suoi poteri, e in seguito, dopo l’omicidio del padre, ormai adulto e avvocato affermato, ha deciso di combattere il male e farsi vendetta. Così di notte, in un’attillatissima divisa rossa in latex, fa giustizia sommaria dei criminali sfuggiti alla loro “meritata” pena, finché sulla sua strada non incontra la splendida Elektra Natchios (Jennifer Garner) e i perfidi Bullseye (Colin Farrell) e Kingpin (Michael Clarke-Duncan). Il film è piacevole e scorrevole, anche se troppo breve per la storia che racconta.

L’entusiasmo di ricreare sul grande schermo le gesta di un eroe al di là del bene e del male, non ha permesso al regista una visione più fluida degli eventi; così facendo la narrazione procede a sbalzi senza le dovute spiegazioni al pubblico.

Gli attori sono in ottima sincronia tra loro, specie nei balletti/combattimenti coreografici che devono sovente affrontare. La moda dei supereroi cinematografici non riflette una realtà del tutto fittizia, ma cerca di ricalcare nel modo più veritiero possibile i problemi, le ansie e tensioni delle nostre attuali società.

Simone Bracci

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