Eco Del Cinema

Cuccioli – Il paese del Vento – Recensione

Olly, Portatile, Pio, Senzanome, Diva e Cilindro tornano ad invadere le sale con una pellicola che farà la felicità solamente dei loro piccolissimi e fedelissimi fan

Regia: Sergio Manfio – Genere: Animazione, colore, 80 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Data di uscita: 27 marzo 2014.

cucciolipaesedelventoNel 2002 Sergio Manfio e il Gruppo Alcuni lanciarono una serie animata dal titolo “Cuccioli” che vedeva protagonista una gattina intraprendente dal pelo rosso, una papera fanatica, un saggio cagnolino, ed un coniglietto pasticcione. Dal lontano 21 ottobre 2003, data in cui la serie debutto su Rai2, il fenomeno dei Cuccioli è arrivato in ben 60 paesi conquistando milioni di bambini per poi debuttare al cinema nel 2010 con “Cuccioli: Il codice di Marco Polo”.

Dopo quasi tre anni di lavori incessanti Sergio Manfio torna a dirigere la banda di scatenati animaletti in “Cuccioli: il Paese del Vento” in cui i sei amici sono nuovamente alle prese con la perfida maga Cornacchia che questa volta ha ordito il terribile piano di rubare la “Giraventola”, strumento grazie al quale gli abitanti di Soffio creano l’energia eolica necessaria per la vita della città.

Da questo secondo lungometraggio appare ancora più evidente come l’intento del regista Sergio Manfio e del produttore Francesco Manfio sia non solo quello di creare una pellicola divertente ma anche quello di trasformare le sue storie in un veicolo di tematiche importanti dell’attualità come il problema dell’ambiente che vengono presentate al pubblico giovanissimo, chiaramente primo destinatario di questa pellicola, in maniera efficace ed accessibile.

Forse proprio per non scontentare i bambini che seguono in tv con passione le vicende di Olly & Company, il regista sceglie di mantenersi molto vicino al modello della serie tv e questo rappresenta proprio il suo più grande limite. Se infatti la storia narrata avrebbe potuto rappresentare un prodotto dinamico e divertente se sviluppato nei tredici minuti di una puntata nella serie, la stessa storia nel momento in cui si trasforma in un lungometraggio animato diventa una pellicola a tratti ripetitiva in cui persino le cui gag sembrano perdere di efficacia nel corso della proiezione. Sebbene appaia evidente l’influenza che alcune pellicole del genio dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki abbiano avuto sulle scelte stilistiche compiute dal regista, sfortunatamente con questo film ‘Made in Italy’ egli non riesce a coinvolgere fino in fondo gli spettatori a causa di personaggi che non appaiono sviluppati a sufficienza e anche ad umorismo troppo naif persino per un bambino di sei anni.

Sono solo due gli aspetti di questo film che meritano una menzione: la scelta del regista di cercare di sollecitare l’attenzione del piccolo spettatore circa i temi trattati nella pellicola in primis l’importanza dello sfruttamento delle energie rinnovabili e del riciclaggio, facendolo diventare protagonista e regista dell’azione che scorre sullo schermo, e poi la sperimentazione in campo musicale: in questa pellicola è infatti proprio la colonna sonora eseguita dall’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano a servire non solo da sottofondo alle vicende narrate ma a diventare vera e propria protagonista in quanto è attraverso la musica più che con i dialoghi che vengono espressi i sentimenti e le emozioni che animano i protagonisti del film.

Nonostante la pellicola non si presenti come particolarmente originale sarà tuttavia di indubbio gradimento dei bambini già fan della serie tv che saranno felici di ritrovare i loro eroi anche sul grande schermo, ma mentre loro si divertiranno un mondo è probabile che i loro genitori a tratti dovranno sforzarsi di tenere gli occhi aperti.

Mirta Barisi

Articoli correlati

Condividi