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Cogan – Killing Them Softly – Recensione

Un crime movie sulla crisi economica americana che colpisce anche la criminalità organizzata e che non delude le aspettative

(Killing Them Softly) Regia: Andrew Dominik – Cast: Brad Pitt, Richard Jenkins, Ray Liotta, James Gandolfini, Vincent Curatola – Genere: Commedia, colore, 100 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 18 ottobre 2012.

cogan-killing-them-softlyAnche i criminali sono in crisi: cercano costantemente i soldi, sono infelici, detestano il loro “lavoro” e sono vessati da capi indecisi e incompetenti, si anestetizzano con droga, alcol e sesso occasionale e non guardano mai le loro vittime in faccia.

Questo, in sintesi, è quello che ci racconta il regista del film in concorso alla Palma d’Oro di Cannes, Andrew Dominik, e lo scrittore del romanzo, George V. Higgins, da cui è stata tratta la pellicola.

Una Crime story autoriale, che rimanda un po’ troppo alla precedente produzione del regista “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, che a Venezia aveva procurato a Brad Pitt la Coppa Volpi come Miglior Attore Protagonista e in cui due ragazzi sbandati compiono una rapina a New Orleans durante una partita di poker gestita dalla mafia, provocando così il collasso dell’economia criminale locale.

I boss per vendicarsi dell’accaduto ingaggiano un killer professionista, Jackie Cogan (Brad Pitt), per rintracciare gli autori del misfatto e fare piazza pulita di chi ha osato mettersi contro di loro. A dare una mano a Jack arriva un obeso e depresso collega, interpretato dal magnifico James Gandolfini, che non riesce però a portare avanti il colpo.

Alla fine ovviamente sarà il solo Jack ad eliminare tutti i responsabili della rapina, con scene rare, lente, riflessive e pregnanti di forte violenza e dettagli disgustosi anche per la stessa Hollywood.

Tutto viene infarcito con la parte meno convincente del film ossia gli slogan della campagna elettorale di Obama, quella contro il rivale di sempre Bush, con messaggi riguardanti il solito e famoso patriottismo americano, il “siamo tutti uguali” e “siamo tutti un’unica nazione” jeffersoniano. Non si capisce, tuttavia, se l’intento sia quello di elogiare le parole del presidente Obama o dimostrare quanto la retorica politica sia lontana dalle necessità delle gente.

D’altra parte Brad Pitt ha calcato molto, in conferenza stampa, su questo aspetto della pellicola, in prossimità della nuova campagna elettorale di Obama, sottolineando la volontà di rieleggere il presidente, portavoce dei valori di giustizia sociale che si cerca di ritrovare in America.

Comunque “Killing Them Softly”, al di là di tutto, è un riuscitissimo crime movie che dà un ritratto dell’America di oggi, dal punto di vista dei criminali, con un cast stellare come Brad Pitt, James Gandolfini e Mark Ruffalo e che si occupa, un po’ a malincuore, anche di politica.

Agostina Bianco

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