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Charlotte Rampling

Biografia

Charlotte Rampling è un’attrice britannica elegante e sofisticata che ha saputo catturare l’attenzione e l’ammirazione del pubblico e di grandi registi.

Chalotte Rampling, “la caduta” sulla terra di una dea del cinema

(Sturmer, Inghilterra, 5 febbraio 1946)

Charlotte Rampling SeriaCharlotte Rampling è figlia di un colonnello dell’esercito, diventato poi comandante Nato e pittore. Durante l’infanzia e l’adolescenza, passa da un collegio ad un’altro tra Francia e Inghilterra.

Negli anni del suo debutto come modella, la sorella si suicida segnando in modo irrimediabile la sua vita. Dopo gli studi di recitazione presso la Royal Court di Londra, approda al cinema nel 1965 in “Non tutti ce l’hanno” di Richard Lester, vincitore della Palma d’Oro a Cannes.

La grande occasione arriva per Charlotte Rampling con “La caduta degli dei” nel 1969, dove Luchino Visconti la inserisce nel suo ritratto a tinte fosche di una grande famiglia tedesca divorata dal potere ai tempi del nazismo. Nel cast, anche Dirk Bogarde. Nel 1972, Charlotte si sposa con l’attore Bryan Southcombe. L’unione, dalla quale nasce il figlio Barnaby, che diventerà regista televisivo, dura fino al 1976. Accanto al sex symbol Sean Connery, la bell’attrice nel 1973 recita nel film cult di fantascienza “Zardoz” di John Boorman, una sorta di versione lisergica del “Mago di Oz” d’ispirazione marxista.

Charlotte Rampling in ruoli impegnativi e profondi

È la regista italiana Liliana Cavani nel 1974, a regalarci l’immagine forte della Rampling che canta a seno nudo e con un berretto nazista Wenn Ich mir was wunscen durfte, in “Il portiere di notte”, dove una giovane donna ebrea, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, si ritrova coinvolta in un rapporto sado/masochistica con colui che era stato il suo aguzzino. Nel 1975, lavora in due film molto diversi: uno è “Marlowe il poliziotto privato” di Dick Richards, in cui è la femme fatal che fa girare la testa a Robert Mitchum; l’altro è lo stravagante e non riuscitissimo “Yuppi Du” diretto da Adriano Celentano, che ne è anche il protagonista. Nel 1976, oramai star conclamata, Charlotte è membro della giuria di Cannes.

Incontra e sposa il cantante Jean-Michel Jarre e con lui ha il figlio David, futuro prestigiatore. L’attrice segue molto spesso il marito nelle sue tournèe nell’inedita versione di sua fotografa personale. Woody Allen la dirige in “Stardust Memories” nel 1980 e due anni dopo fa coppia con Paul Newman nel film di Lumet “Il verdetto”. Un simpatico scimpanzè è il suo amante nella storia grottesca raccontata da Nagisa Oshima in “Max mon amour” del 1986. È molto cupo, seppur molto sensuale il suo personaggio in “Angel Heart – Ascensore per l’inferno” del 1987 di Alan Parker, in cui De Niro, Michey Rourke e la Rampling sono coinvolti in una storia di torbida magia nera in Louisiana.

I successi hollywoodiani

Il 1996 è l’anno del divorzio dal secondo marito. Nel frattempo, l’ancora bellissima Charlotte, nonostante gli anni passati, diventa l’icona del giovane regista francese Ozon che le fa fare ben tre film: “Sotto la sabbia” (2000), “Swimming Pool” (2003) e “Angel” (2007). Nel nuovo millennio, le vengono tributati il César onorario nel 2001 e la Legion d’Onore l’anno successivo.

Nel 2004, Gianni Amelio recluta Charlotte Rampling nel suo lavoro sull’handicap “Le chiavi di casa”, nei panni della madre di un figlio gravemente disabile. Mentre, con occhi di ghiaccio e classe da vendere, è stata una ricca e conturbante signora nel film di Dominik Moll “Due volte lei” (2005) ferocemente antiborghese. Charlotte non ha avuto paura di mettersi in gioco nel primo film sul turismo sessuale al femminile “Verso Sud” di Laurent Cantet del 2005. Molto discutibile, invece la scelta di apparire nel terribile sequel di “Basic instinct” l’anno successivo. Nel 2008 la bella attrice è nel cast de “La duchessa” di Saul Dibb, storia di una donna modernissima per gli anni in cui ha vissuto, poi nel 2009 in due produzioni: “Life During Wartime” e “L’Homme Aux Cercles Blues”.

Nel 2010  Charlotte Rampling recita accanto a Keira Knightley nel fantascientifico “Non lasciarmi” e nel 2011 di nuovo al cinema con il film “Melancholia” di Lars Von Trier. Sempre nello stesso periodo appare nel film corale “I colori della passione” di Lech Majewski ispirato al quadro “Salita al Calvario” del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio. Dopo essersi presa una pausa, Charlotte Rampling recita in “Treno di notte per Lisbona” di Bille August (2013), la storia di un professore la cui vita viene sconvolta da una ragazza incontrata per caso e un biglietto per Lisbona. François Ozon la sceglie poi per il film presentato a Cannes nel 2013: “Jeune et Jolie”.

Nello stesso anno si dedica pure alle serie TV, partecipando al serial cult “Dexter” e in seguito, nel 2015, in “London Spy” e “Broadchurch”. Sempre nel 2015 compare al cinema nel drammatico “45 anni”, per cui riceve la candidatura al premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista.

Del 2016 è invece la sua interpretazione in “Assassin’s Creed” di Justin Kurzel, trasposizione cinematografica dell’universo ludico digitale dall’omonimo nome, insieme a Michael Fassbender.

Al momento, la Rampling è legata all’uomo d’affari francese Jean-Noel Tassez, incontrato nel 1998.

Ivana Faranda

Filmografia

Charlotte Rampling Filmografia – Cinema

Charlotte Rampling Scena Film

Charlotte Rampling nel capovaloro-scandalo “Il portiere di notte” di Liliana Cavani (1974).

 

  • Non tutti ce l’hanno, regia di Richard Lester (1965)
  • Georgy, svegliati, regia di Silvio Narizzano (1966)
  • Otto facce di bronzo, regia di John Boulting (1967)
  • Il lungo duello, regia di Ken Annakin (1967)
  • Sequestro di persona, regia di Gianfranco Mingozzi (1968)
  • Target: Harry, regia di Roger Corman (1968)
  • La caduta degli dei, regia di Luchino Visconti (1969)
  • Noi tre soltanto, regia di James Salter(1969)
  • Relazione intima, regia di Bruce Clark (1969)
  • Corky, regia di Leonard Horn (1971)
  • Addio, fratello crudele, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1971)
  • La morte dietro il cancello, regia di Roy Ward Baker (1972)
  • Tutte le donne del re, regia di Harris Hussein (1972)
  • Giordano Bruno, regia di Giuliano Montaldo (1973)
  • Zardoz, regia di John Boorman (1973)
  • Il portiere di notte, regia di Liliana Cavani (1974)
  • Il giorno del toro, regia di Geoffrey Reeve (1974)
  • Marlowe, il poliziotto privato, regia di Dick Richards (1975)
  • Un’orchidea rosso sangue, regia di Patrice Chéreau (1975)
  • Yuppi du, regia di Adriano Celentano (1975)
  • Foxtrot, regia di Arturo Ripstein (1975)
  • Sherlock Holmes a New York (Film TV), regia di Boris Sagal (1976)
  • L’orca assassina, regia di Michael Anderson (1977)
  • Un taxi color malva, regia di Yves Boisset (1977)
  • Stardust Memories, regia di Woody Allen (1980)
  • Il verdetto, regia di Sidney Lumet (1982)
  • Viva la vita, regia di Claude Lelouch (1984)
  • Shocking Love, regia di Jacques Deray (1985)
  • Tristezza e bellezza, regia di Joy Fleury (1985)
  • Max amore mio, regia di Nagisa Oshima (1986)
  • Angel Heart – Ascensore per l’inferno, regia di Alan Parker (1987)
  • D.O.A. (Cadavere in arrivo), regia di Annabel Jankel e Rocky Morton (1988)
  • Rebus, regia di Massimo Guglielmi (1989)
  • Paris by Night (Parigi di notte), regia di David Hare (1989)
  • Tra l’incudine e il martello, regia di Ann Turner (1993)
  • Violenza privata, regia di Anthony Hickox (1995)
  • Asphalt Tango, regia di Nae Caranfil (1996)
  • Le ali dell’amore, regia di Iain Softley (1997)
  • Sotto la sabbia, regia di François Ozon (2000)
  • Il quarto angelo, regia di John Irvin (2001)
  • Spy Game, regia di Tony Scott (2001)
  • Baciate chi vi pare, regia di Michel Blanc (2002)
  • Swimming Pool, regia di François Ozon (2003
  • I’ll Sleep When I’m Dead, regia di Mike Hodges (2003)
  • Le chiavi di casa, regia di Gianni Amelio (2004)
  • Immortal ad vitam, regia di Enki Bilal (2004)
  • The Statement – La sentenza (2004)
  • Due volte lei – Lemming, regia di Dominik Moll (2005)
  • Verso il sud, regia di Laurent Cantet (2005)
  • Basic Instinct 2, regia di Michael Caton-Jones (2006)
  • Angel – La vita, il romanzo, regia di François Ozon (2007)
  • Sex List – Omicidio a tre (2008)
  • Babylon A.D., regia di Mathieu Kassovitz (2008)
  • Boogie Woogie, regia di Duncan Ward (2008)
  • La duchessa, regia di Saul Dibb (2008)
  • Perdona e dimentica, regia di Todd Solondz (2009)
  • Non lasciarmi, regia di Mark Romanek (2010)
  • Melancholia, regia di Lars von Trier (2011)
  • I colori della passione, regia di Lech Majewski (2012)
  • Treno di notte per Lisbona, regia di Bille August (2013)
  • Jeune et Jolie, regia di François Ozon (2013)
  • Dexter (Serie TV, 12 episodi) (2013)
  • 45 anni, regia di Andrew Haigh (2015)
  • Assassin’s Creed, regia di Justin Kurzel (2016)

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