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Cha cha cha – Recensione

“Cha cha cha”, pellicola di Marco Risi, che strizza l’occhio ai noir degli anni ’40, convince ma non stupisce

Regia: Marco Risi – Cast: Luca Argentero, Claudio Amendola, Eva Herzigova, Shel Shapiro, Pippo Del Bono – Genere: Thriller, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 20 giugno 2013.

chachachaPrendi un detective dall’aria stropicciata e dall’animo tormentato, una pupa bionda, un rappresentante della giustizia ambiguo, un supercattivo; agita per bene questi ingredienti al ritmo di una musica cubana e quello che ottieni è “Cha cha cha” di Marco Risi.

Nonostante il titolo potrebbe far pensare ad una nuova commedia all’italiana, l’intento del regista di “Mery per sempre” è ben diverso: l’opera, che segna il ritorno di Risi dietro la macchina da presa a tre anni di distanza da “Fortapasc”, punta ad omaggiare il cinema di genere, e nel caso specifico il noir.

Avendo come punto di riferimento romanzi come “Il lungo addio” di Raymond Chandler, Marco Risi, con la complicità degli sceneggiatori Andrea Purgatori e Jim Carrington, ci proietta in una Roma oscura e cinica, ben lontana dall’immagine della città decadente e un po’ ‘piaciona’ a cui ci hanno abituato pellicole dello stesso 2013 come “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, che ricorda moltissimo la Milano del Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco.

Questa è la cornice in cui si sviluppa la vicenda del detective Corso che viene ingaggiato da Michelle, un’ex attrice con cui ha avuto una relazione tanti anni prima, per seguire il figlio adolescente con cui ha un rapporto difficile. Proprio durante uno dei suoi pedinamenti, il detective assiste impotente ad un evento che darà il via ad un indagine pericolosa e piena di imprevisti.

Seppur incastonato in un contesto come quello del genere thriller, Marco Risi non può fare a meno di far emergere anche questa volta la sua vena neorealista. Oltre ad essere una pellicola di puro intrattenimento, “Cha cha cha” offre anche uno spaccato impietoso sulla società moderna in cui giustizia e onore devono piegarsi alle regole imposte da un Dio vile.

Grazie a una regia scattante, agile e misurata, Marco Risi riesce nell’intento di catapultare chi guarda al centro dell’azione; purtroppo però non conquista completamente il cuore del pubblico. Ciò avviene a causa di alcuni risvolti della trama, a tratti prevedibili per coloro che sono avvezzi al genere, ma soprattutto per il tratteggio forse troppo superficiale di alcuni personaggi principali, vedi Michelle e il già citato Ispettore Torre, che invece se maggiormente approfonditi avrebbero potuto veramente affascinare il pubblico.

Nonostante questi piccoli difetti, si può affermare che in definitiva “Cha Cha cha” sia una pellicola ben confezionata soprattutto grazie alla bravura del suo protagonista, Luca Argentero che risulta molto credibile in queste nuove vesti di detective. Dispiace invece vedere un attore di lunga esperienza come Claudio Amendola, che tanto abbiamo amato in ruoli come il Pietro Giacona di “Mery per sempre”, affatto in forma nel ruolo di uno dei personaggi potenzialmente più interessanti della pellicola, l’ispettore Torre.

Seppur non esaltante, l’interpretazione di Eva Herzigova supera la sufficienza, per la sua innata spontaneità davanti alla macchina da presa, forse frutto dell’esperienza pluriennale davanti all’obiettivo dei fotografi, quando lavorava come top model.

“Cha cha cha” è un titolo in definitiva consigliabile se siete amanti del genere noir. Anche le ammiratrici di Luca Argentero resteranno soddisfatte dalla pellicola in cui il bravo attore torinese regalano non solo un’ottima performance, ma anche una scena di nudo integrale, assimilabile a quella di Viggo Mortensen in “La promessa dell’assassino” di Cronenberg.

Mirta Barisi

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