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Cannes 2016: film americani per il secondo lunedì del Festival

La sesta giornata del Festival di Cannes 2016 è dominata dal cinema statunitense e vede protagonista la vita di coppia calata nella società americana nel film di Jeff Nichols “Loving” e in quello di Jim Jarmusch “Paterson”.

Cannes 2016: Giornata a stelle strisce di un duo di registi habitué sulla Croisette

Jim Jarmusch Paterson Cannes 2016

E’ una storia vera, già raccontata nel 2011 in un documentario, il film “Loving” del regista texano Jeff Nichols. Nel 1958, nello stato della Virginia i coniugi Loving furono incarcerati per il loro matrimonio interrazziale vietato per legge. Il regista di casa a Cannes dirige la coppia di attori Joel Edgerton e Ruth Negga in una vicenda che fece da apripista in molti stati americani all’abolizione nel 1967 del divieto di matrimoni misti.

E’ invece ambientato nella cittadina di Paterson, già location di “Ghost Dog”, l’ultimo lavoro di Jim Jarmusch. Il cineasta indie porta sulla Croisette ben due opere; oggi è il turno, per l’appunto, di “Paterson”, al tempo stesso nome di una piccola città del New Jersey e del protagonista, interpretato da Adam Driver. Semplice autista di autobus dalla stabile routine, Paterson ha due passioni: la poesia e la sua donna, Laura, portata sullo schermo dall’inquieta Goldshitef Farahani.

“Paterson” è una co-produzione USA/Panama, così come uno dei due eventi speciali della giornata, “Hands of Stone” di Jonathan Jakubowicz, pellicola che ripercorre la straordinaria carriera del pugile panamense Robert Duran negli anni d’oro del pugilato. Nel cast è presente anche Robert De Niro.

Francese invece il secondo film della giornata: Mahamat-Saleh Haroun dirige il documentario “Une Tragédie Tchadienne” su Hissène Habré dittatore del Ciad arrestato in Senegal nel 2013 dopo una fuga precipitosa nel 1990. La pellicola ripercorre le orribili vicende di questo personaggio chiamato “Il Pinochet africano”, responsabile della morte di migliaia di persone.

A causa della crisi sono stati fatti tagli drastici quest’anno sulla copertura del Festival di Cannes da parte di Canal +

Sono tre i film della sezione Quinzaine des Réalisateurs; si parte con il thriller indiano “Raman Raghav 2.0”, biopic di Anurag Kashyap su un serial killer che ha terrorizzato Bombay nel 1960.
Sembra invece una favola “Wolf and Sheep” di Shaharbanoo Sadat sulle tradizioni dell’Afghanistan, dove sin da bambini uomini e donne crescono separamente.
Di segno esattamente contrario l’ultimo titolo del giorno, “Le vies de Thèrése”, il documentario su e con l’attivista femminista Thèrése Clerc, diretto da Sébastien Lifshit.

Due storie drammatiche caratterizzano invece la categoria Un certain regard: sono “Apprentice” di Deiby Bodgan Mirica su un giovane malese nel braccio della morte del carcere e il thriller USA “Hell or High Water”di David Mackenzie su due fratelli texani braccati da un ranger dopo una serie di rapine.

Concludiamo con i titoli della Semaine de la Critique: israeliano “One Week and a Day (Shavua ve Yom)” di Asaph Polonsky, storia di un padre disperato dopo la morte del figlio, che scopre di poter ricominciare a vivere. Molto attuale la trama di “Apnée” di Jean-Christophe Meurisse, che vede protagonisti tre ragazzi che vogliono fare tutto insieme. La loro ricerca di nuovi orizzonti si sconterà contro gli ostacoli della realtà economica e sociale francese non facile.

E la crisi si comincia a sentire anche sulla Croisette; “Cannes, utile o futile?” è la domanda che si pone in questi giorni il quotidiano Libération, vista l’aria di crisi che spira sulla Croisette, come denunciato dallo stesso ministro della cultura Audrey Azoulay. A questa domanda forse può rispondere facilmente il documentario “Voyage A’Travers le Cinéma Francais” di Bertand Tavernier, un omaggio al grande cinema transalpino proiettato per Cannes Classics per tutto quello che il grande regista ha dato al suo paese sin dalla sua nascita.

Ivana Faranda

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