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Burn After Reading – A prova di spia – Recensione

Un inedito Brad Pitt e un cast eccellente per una commedia degna dei Migliori Coen

(Burn After Reading) Regia: Ethan Coen, Joel Coen – Cast: Brad Pitt, George Clooney, Frances McDormand, John Malkovich, Tilda Swinton, Richard Jenkins, J. K. Simmons – Genere: Commedia, colore, 96 minuti – Produzione: USA, 2008 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 19 settembre 2008.

burn-after-readingI fratelli Coen hanno fatto centro ancora una volta. Dopo “Non è un paese per vecchi”, che su otto nomination ha ottenuto quattro premi Oscar, due Golden Globe e un David di Donatello come Miglior Film Straniero, “Burn After Reading – A prova di spia” è un gioiellino di commedia grottesca che difficilmente non piacerà alla gente, soprattutto per via di una trama all’apparenza molto semplice ma decisamente efficace.

Linda Litzke e Chad Feldheimer sono due menti ingenue, costantemente alla ricerca di soldi facili, che il lavoro nella palestra dove sono assunti non gli consente di racimolare. Per questo, quando entrano casualmente in possesso di un cd dove sono salvate le memorie di Osbourne Cox, un ex agente della CIA, ricattano il malcapitato in cambio della restituzione del file, credendo di avere per le mani importanti segreti di Stato.

Tutto ciò che ne deriva è un susseguirsi di situazioni grottesche in cui tutti i personaggi, anche quelli collaterali, finiscono con l’essere collegati tra di loro, innescando una reazione a catena che culmina con un finale, imprevisto ed imprevedibile, dagli echi tarantiniani.

I 96 minuti di pellicola scorrono ad un ritmo incredibilmente vivace e veloce, l’assoluta mancanza di salti temporali regala freschezza a questo film, che i Coen hanno voluto caratterizzare, ancora una volta, con un’ambientazione minimalista, quasi Anni Settanta. Azzeccatissima la scelta degli attori e soprattutto l’assegnazione dei ruoli: il serioso e misterioso John Malkovich dà vita ad un Osborne Cox frustrato e alcolizzato, così come Tilda Swinton, finalmente con un po’ di trucco in faccia ed una pettinatura femminile, nei panni della moglie fedifraga.

Rinunciando al suo naturale “fascino assassino”, George Clooney si è calato perfettamente nel ruolo di Harry Pfarrer, il nevrotico pseudoamico di Cox, assetato di sesso che innesca la miccia che dà il via al rush finale. Dal canto suo anche Frances McDormand, ormai presenza fissa nei cast dei Coen (oltre che moglie di Joel), il fascino l’ha proprio lasciato a casa, incorniciando il viso in un caschetto biondo platino da far invidia alla pettinatura di Xavier Bardem in “Non è un paese per vecchi”, ma regalando allo spettatore un’interpretazione eclettica e fuori dalle righe, grazie all’espressività tipica della sua recitazione, basata soprattutto sulla mimica facciale.

Ma la vera sorpresa è Brad Pitt, nei panni del sempliciotto Chad: gomma americana sempre piantata in bocca (quando non la mastica la conserva in qualche punto imprecisato della bocca), iPod fisso nelle orecchie, amore assoluto per la sua bicicletta. Pitt ha saputo reinventarsi e rinnovarsi completamente entrando nella psicologia coeniana e realizzando un’interpretazione eccessiva, plateale, esagerata ma, proprio per questo, divertentissima.

Daria Ciotti

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