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Brick Mansions – Recensione

Camille Delamarre presenta un action movie divertente e adrenalinico, che fa delle evoluzioni di Parkour il suo punto di forza

Regia: Camille Delamarre – Cast: Paul Walker, Robert Maillet, RZA – Genere: Azione, colore, 89 minuti – Produzione: Canada, Francia, 2013 – Distribuzione: Eagle Pcitures – Data di uscita: 01 maggio 2014.

brick-mansionsIn una Detroit invasa dalla malavita e dalla criminalità, il sindaco decide di erigere un muro alto dieci metri per separare la parte ricca e benestante della città da quella invasa dai criminali e gli spacciatori, chiamata “Brick Mansions”.

Luc Besson firma la sceneggiatura del remake americano di “Banlieau 13”, fortunato film del 2009 prodotto dallo stesso Besson, affidando la regia a Camille Delamarre. Protagonista assoluto, come nel film precedente, è il Parkour, disciplina metropolitana che prevede di saltare gli ostacoli che la città presenta, attraverso movimenti più fluidi e veloci possibili. E come nel film precedente, David Belle, fondatore di tale disciplina, mostra la sua enorme agilità nel muoversi tra i palazzi ormai distrutti, saltando da un tetto all’altro e sfruttando tutti gli elementi nelle vicinanze per dar vita a delle evoluzioni sensazionali.

In questa occasione Belle veste i panni di Lino, un ragazzo deciso a salvare gli abitanti di Brick Mansions dalle spire della droga, mettendo i bastoni tra le ruote a Tremaine (RZA), padrone del traffico di stupefacenti, trafficante d’armi e capo del quartiere. Lino affiancherà Damien, interpretato da Paul Walker, un poliziotto infiltrato, con il compito di sventare un pericoloso attacco alla città organizzato da Tremaine. Ma la realtà non è mai come sembra: il corso degli eventi porterà Damien a diffidare delle intenzioni dei cosiddetti buoni e a mettere in dubbio ciò che gli stato sempre raccontato circa il suo passato.

Tra inseguimenti mozzafiato, combattimenti sensazionali, Delamarre presenta il classico action movie americano, condito però con qualcosa in più. Proprio il Parkour offre al regista la possibilità di arricchire le scene di lotta, rendendole spettacolari attraverso delle evoluzioni che sfidano la forza di gravità e che si spingono al limite delle possibilità fisiche umane. Il regista ha deciso di enfatizzare la potenzialità di tali performance attraverso il frequente uso di slow-motion, che permettono di assaporare in pieno gli incredibili trick degli atleti.

Le vicende dei personaggi si snodano fluidamente tra inseguimenti, scontri e lotte, permettendo allo spettatore di comprendere facilmente la storia e nel frattempo divertirsi, godendosi le esibizioni di Parkour.

Walker e Belle formano una coppia affiatata e a tratti comica, grazie ai rapidi scambi di battute che caratterizzano i loro dialoghi. RZA veste bene i panni del cattivo, circondato da una schiera di guardie del corpo a volte inquietanti

Il confronto tra bene e male è il tema predominante nella pellicola: Damien è il poliziotto estremamente corretto, integerrimo, unico tra i vari militari corrotti che si incontrano durante il film; Lino è il ragazzo che cerca in ogni modo di aiutare gli altri, usando a volte anche dei metodi un po’ troppo cruenti; Tremaine è il cattivo, il nemico da sconfiggere; il sindaco e la parte della città al di fuori del Brick Mansions rappresentano i buoni. I ruoli sembrano chiari fin dall’inizio, ma forse la realtà non è sempre come appare.

Delamarre porta sullo schermo un film d’azione divertente e che colpisce, dando spazio ad una disciplina, quella del Parkour che, dagli anni Novanta, si è diffusa sempre più, e toccando comunque temi importanti, come il binomio bene-male e la capacità dell’essere umano di cambiare, di fare le scelte giuste per stare dalla parte dei buoni.

Margherita Mustari

 

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