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Black Star – Nati sotto una stella nera – Recensione

Black Star – Nati sotto una stella nera: un film drammaticamente attuale sull’immigrazione forzata

Regia: Francesco Castellani – Cast: Luca Di Prospero, Alessandro Procoli, Vincenzo Zampa, Paolo Giovannucci, Pierpaolo De Mejo, Alfredo Angelici, Marco Marzocca, Tony Fornari, Martin Chishimba, Giuseppe Takyi, Frederick Turchi – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: Point Distribution – Data di uscita: 10 ottobre 2013.

blackstarSono i “migranti forzati”, ovvero i rifugiati politici, i protagonisti del primo film di Francesco Castellani “Black Star – Nati sotto una stella nera”. Ma ci sono anche i cittadini di Pietralata, ex periferia di Roma. E si contendono uno scalcinato campo di calcio in quella che viene definita “guerra fra poveri”. Quattro ragazzi precari capitanati da Gianluca se la battono con un fantomatico comitato di quartiere non proprio cristallino.

In un paese che va a fondo, Francesco Castellani ha deciso di girare un film sull’inclusione sociale degli emigranti che arrivano sulle carrette del mare. Lo strumento è il pallone di calcio e il club calcistico di rifugiati “Liberi Nantes Football Club”, realmente esistente. Il calcio diventa metafora della lotta per la vita e la libertà, come già era stato anche per la boxe. Il tutto condito con un mix di ironia e di cinismo.

Il film di Castellani è un crescendo. Lo spettatore assiste all’amicizia del sognatore Gianluca e dei suoi amici con i neri rifugiati, che vedono nel pallone la possibilità di una rivalsa, forse pensando anche a personaggi come Balotelli. Dall’altra parte ci sono i dubbi e la fragilità del leader carismatico del comitato di quartiere, Marcello, che rivendica con i suoi “l’Italia agli italiani”, facendosi usare dai palazzinari romani. Tra le due fazioni si colloca poi l’ispettore Modica, anima tormentata sul campo di calcio occupato, dall’eterna sigaretta in bocca.

Alla fine, tutti i nodi si sciolgono nella notte di San Lorenzo, con le stelle cadenti che diventano palloni e i vari personaggi che si riuniscono nella classica partitella di calcio alla Salvatores.

Si potrebbe tradurre il film con l’espressione anglosassone “free to play”: liberi di giocare, ma anche di suonare e di recitare.

Probabilmente il film di Castellani non è perfetto ma arriva dritto al cuore dello spettatore comunque. Come l’urlo di Samuel, il rifugiato che non dice una parola, finché non vede portare via il suo amico Kabir dalla polizia. La scena pesca nella memoria del capolavoro di Rossellini “Roma città aperta” e rievoca l’urlo della Magnani prima di essere uccisa. Del resto, non è casuale che il campo sportivo XXV aprile sia a Pietralata, quartiere periferico della capitale già raccontato da Pierpaolo Pasolini in “Ragazzi di vita”.

La squadra dei rifugiati è composta dai veri giocatori della Liberi Nantes Football Club, associazione sportiva nata nel 2007 che partecipa al campionato di terza categoria e che si allena proprio in quel campo.

Buono il cast, in cui brillano Alessandro Procoli/alias Marcello, l’italiano razzista solo per disperazione e Paolo Giovannucci/Ispettore Modica, poliziotto scalcinato pieno di umanità. Ottima anche la colonna sonora originale, firmata dal gruppo napoletano “Bufalo Kill” e dal maestro Morricone, che ha concesso alcuni dei suoi pezzi a titolo gratuito. Per la freschezza con cui affronta il tema dell’immigrazione, “Black Star – Nati sotto una stella nera” si meriterebbe un passaggio in televisione e nelle scuole.

Ivana Faranda

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