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Bette Davis

Biografia

Bette Davis è stata un’attrice iconica, undici volte candidata all’Oscar e divenuta indimenticabile nel suo ruolo di Margo Channing nella pellicola “Eva contro Eva“.

Bette Davis, oltre il divismo

(Lowell, 5 aprile 1908 – Neuilly-sur-Seine, 6 ottobre 1989)

Bette Davis bioLa carriera di Bette Davis, insieme a quella dell’odiata rivale Joan Crawford, legata a lei da un comune destino di ‘divismo’, senza la bellezza patinata che il cinema dell’epoca pretendeva per i suoi rappresentanti, si svolge quasi tutta nel segno dell’anomalia. Anomalia di lineamenti, che le precludono da subito determinate tipologie e la costringono a costruire una serie di personaggi segnati da feroci conflitti psichici, cosa che nel melò hollywoodiano si trasforma in eccesso passionale.

Eccesso recitativo, visto che Bette Davis, proprio per i ruoli in cui è costretta, si rivela una delle prime grandi attrici istrioniche di Hollywood, sempre sul filo del virtuosismo, dell’arguzia e della crudeltà, fino a diventare un prototipo di dark lady.

Eccesso anche caratteriale, data la necessità di farsi luce in un ambiente che le richiede alcuni requisiti fondamentali che non ha. Di lei si ricordano l’enorme ambizione e tenacia, ma anche le bizzarrie, gli scontri sui vari set, le ostilità durature, tra cui quella già citata con la Crawford, con cui comunque dividerà il set di uno dei film di più estremo virtuosismo della Hollywood degli anni sessanta: “Che fine ha fatto Baby Jane” di Aldrich. Infine, per capire la donna e l’artista è indispensabile pensare alle svariate malattie affrontate con coraggio e autoironia e alla difficile vita familiare e sentimentale.

Tra le grandi dive di Hollywood è quella che forse più di tutte immette, nella grana patinata dell’icona, tutta una serie di elementi inquietanti, che turbano il perfetto equilibrio dell’immagine della star e ne contrassegnano ancora oggi l’indiscutibile modernità.

La vita e la decisione di diventare un’attrice

Bette Davis sguardoRuth Elisabeth Davis, chiamata fin da bambina Betty, nasce a Lowell, nel Massachussets, il 5 aprile del 1908 dal procuratore locale, Harlow Morrell Davis e dalla fotografa Ruth Augusta Favor. I genitori si separano nel 1915 e la futura attrice inizia le scuole a Crestalban, nel Berkshires, dove sta per tre anni. Nel 1921 segue la madre a New York, dove questa si era trasferita per lavoro. Proprio a New York, per sua stessa ammissione, decide di diventare attrice dopo aver visto “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” con Rodolfo Valentino e “Little lord Fauntleroy” con Mary Pickford.

In quel periodo cambia il suo nome da Betty a Bette, ispirandosi a “La cugina Betta” di Balzac. Sostenuta nella sua scelta dalla madre, frequenta la Cushing Academy di Ashburnham in Massachussets, la sua prima scuola di recitazione e, dopo una sfortunata audizione presso la Eva Le Gallienne’s Manhattan Civic Repertory, riesce a entrare alla John Murray Anderson School of Theatre, dove tra le altre cose studia danza con Martha Graham.

Il principio del successo al cinema

Dopo varie performance nei teatri di Philadelphia, Washington e Boston, debutta a Broadway nel 1929 con una pièce dal titolo “Broken Dishes”. Segnalata da un talent scout a Hollywood ha una traumatica audizione nel 1930, ma grazie all’interessamento di Karl Freund riesce a lavorare nel 1931 per il film “The bad sister”. Dopo una prima serie di insuccessi, scritturata dalla Warner Bros. per il film “The man who played God”, ottiene una notevole affermazione professionale e la sua carriera comincia finalmente a decollare.

Molto differente dai canoni della bellezza classica hollywoodiana, ma ritenuta volto interessante, oltre che donna piena di charme, Bette Davis gira con registi come Curtiz (“Tentazioni”, 1932, “20000 anni a Sing Sing”, 1932) e Le Roy (“Three on a match”), registrando lentamente il suo personaggio, fino al primo vero ruolo spartiacque di “Schiavo d’amore” (1934), di John Cromwell, tratto da una novella di Somerset Maugham. Questa prima interpretazione di dark lady complessa, che lega il femminino patinato di Hollywood all’eredità della belle dame sans mercì letteraria, le garantisce un notevole successo di critica.

Una carriera da Oscar

In seguito Bette Davis si confronta direttamente con le proprie capacità di attrice in “Paura d’amare” (1935), di Green, con cui vince il suo primo Oscar nel 1936, e ne “La foresta pietrificata” di Archie Mayo con Leslie Howard e un emergente Humphrey Bogart. Insoddisfatta del modo in cui è utilizzata, nel 1936 decide di rompere clamorosamente con la Warner.

Nonostante abbia perso la successiva partita legale e sia stata costretta a rimanere ancorata ai vincoli contrattuali, le sue scelte nei confronti della major mostrano quanto le star comincino a sentire l’esigenza di gestire la propria immagine. Inoltre la sua carriera non risente eccessivamente di questo incidente, anzi, due anni dopo, nel 1938, l’incontro con William Wyler le frutta il suo secondo Oscar con “Figlia del vento”. Alternando ruoli di donna fortemente passionale a personaggi ambigui, se non decisamente negativi – un esempio tra tutti la prostituta di “Le cinque schiave” (1937) di Lloyd Bacon – Bette Davis ha oramai definito l’ambito psicologico in cui racchiudere i suoi personaggi e può permettersi anche bizzarre evasioni come nel dramma in costume “Il conte di Essex” (1939) di Curtiz, in cui recita nientemeno che la parte di Elisabetta I.

Successi e dolori fino ad “Eva contro Eva”

In questo periodo l’artista vive notevoli successi, ma anche terribili dolori: abortisce per non compromettere la carriera nel 1933, si lascia con il primo marito, Harmon Nelson nel 1939; mentre il secondo, Artur Farnswort, muore nel 1943. Dal punto di vista professionale i primi anni quaranta sono decisamente fortunati: gira “Ombre malesi” nel 1940 e “Piccole volpi” nel 1941 con Wyler e “In questa nostra vita” nel 1942 con Houston. Dopo un breve momento di appannamento – coincidente con un altro sfortunato matrimonio con William Grant Sherry, tra il 1945 e il 1950, e la nascita della figlia Barbara – torna alla ribalta con “Peccato” di Vidor e soprattutto con “Eva contro Eva”, capolavoro di Mankiewicz e sottile autoanalisi del mestiere di attrice, grazie al quale ottiene una nomination all’Oscar.

Le difficoltà non mancano neanche alle dive

Bette Davis 3Nonostante l’inizio trionfale, gli anni cinquanta non sono tuttavia un periodo facile per Bette Davis, affaticata a trovare scritture decenti per i suoi complessi, sfumati e ambigui personaggi e impegnata in un nuovo matrimonio con Gary Merrill. Con lui adotta due bambini, ma giunge ugualmente al divorzio nel 1960. Una nuova svolta, nella oramai matura carriera della diva arriva nel 1962 grazie a Robert Aldrich che fa interpretare a lei e alla sua rivale Joan Crawford “Che fine ha fatto baby Jane?”. Oramai Bette Davis è pronta a risolvere le ambiguità e le crudeltà dei suoi precedenti ruoli direttamente nel patologico e per questo alterna lavori a Hollywood (“Piano piano dolce Carlotta”, 1964, sempre di Aldrich) ad altri in Europa, (“La noia”, 1963, di Damiani e soprattutto “Lo scopone scientifico”; 1972, di Comencini).

Dagli anni settanta le sue apparizioni cinematografiche sono sempre più selezionate e rade, Bette Davis si concentra infatti soprattutto sulla televisione. A tal proposito è opportuno segnalare almeno “Assassinio sul Nilo” (1978) di Guillermin, da Agatha Christie e la summa di “Le balene d’Agosto” (1987) di Lindsay Anderson. Nell’ultimo periodo della sua esistenza con un’autobiografia dal titolo “Questo e quello” (1987) l’attrice è impegnata a difendere il suo nome dalla biografia della figlia Barbara, che la descrive come isterica e alcolizzata. Nel corso della sua vita Bette Davis è stata spesso colpita dalle malattie: prima una osteomielite, poi un tumore al seno, un ictus e un infarto. Poco prima di morire in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute, ritira al Festival di San Sebastiano, un premio rappresentativo della sua lunga e complessa carriera di artista versatile, atipica e lontana dagli schemi dell’iconografia divistica hollywoodiana.

Francesco Rosetti

Filmografia

Bette Davis Filmografia – Cinema

Bette Davis film

  • The Bad Sister, regia di Hobart Henley (1931)
  • Il richiamo dei figli, regia di John M. Stahl (1931)
  • La donna che non si deve amare, regia di James Whale (1931)
  • Way Back Home, regia di William A. Seiter (1932)
  • The Menace, regia di Roy William Neill (1932)
  • Hell’s House, regia di Howard Higgin (1932)
  • The Man Who Played God, regia di John G. Adolfi (1932)
  • So Big!, regia di William A. Wellman (1932)
  • The Rich Are Always with Us, regia di Alfred E. Green (1932)
  • The Dark Horse, regia di Alfred E. Green (1932)
  • Tentazioni, regia di Michael Curtiz (1932)
  • Three on a Match, regia di Mervyn LeRoy (1932)
  • 20.000 anni a Sing Sing, regia di Michael Curtiz (1932)
  • Just Around the Corner, (Cortometraggio) (1933)
  • Uomini nello spazio, regia di Alfred E. Green (1933)
  • Lo zio in vacanza, regia di John G. Adolfi (1933)
  • Ex-Lady, regia di Robert Florey (1933)
  • Bureau of Missing Persons, regia di Roy Del Ruth (1933)
  • The Big Shakedown, regia di John Francis Dillon (1934)
  • Le armi di Eva, regia di William Dieterle (1934)
  • Jimmy il gentiluomo, regia di Michael Curtiz (1934)
  • Nebbia a San Francisco, regia di William Dieterle (1934)
  • Schiavo d’amore, regia di John Cromwell (1934)
  • Housewife, regia di Alfred E. Green (1934)
  • Il selvaggio, regia di Archie Mayo (1935)
  • The Girl from 10th Avenue, regia di Alfred E. Green (1935)
  • Miss prima pagina, regia di Michael Curtiz (1935)
  • Il grande nemico, regia di William Keighley (1935)
  • Paura d’amare, regia di Alfred E. Green (1935)
  • La foresta pietrificata, regia di Archie Mayo (1936)
  • Mogli di lusso, regia di Alfred E. Green (1936)
  • Il diavolo e la signora, regia di William Dieterle (1936)
  • Le cinque schiave, regia di Lloyd Bacon e, non accreditato, Michael Curtiz (1937)
  • L’uomo di bronzo, regia di Michael Curtiz (1937)
  • Vivo per il mio amore, regia di Edmund Goulding (1937)
  • Avventura a mezzanotte, regia di Archie Mayo (1937)
  • La figlia del vento, regia di William Wyler (1938)
  • Io ti aspetterò, regia di Anatole Litvak (1938)
  • Il grande amore, regia di Edmund Goulding (1939)
  • Tramonto, regia di Edmund Goulding (1939)
  • Il conquistatore del Messico, regia di William Dieterle (1939)
  • Il conte di Essex, regia di Michael Curtiz (1939)
  • Paradiso proibito, regia di Anatole Litvak (1940)
  • Ombre malesi, regia di William Wyler (1940)
  • La grande menzogna, regia di Edmund Goulding (1941)
  • Sposa contro assegno, regia di William Keighley (1941)
  • Piccole volpi, regia di William Wyler (1941)
  • Il signore resta a pranzo, regia di William Keighley (1941)
  • In questa nostra vita, regia di John Huston (1942)
  • Perdutamente tua, regia di Irving Rapper (1942)
  • L’amica, regia di Vincent Sherman (1943)
  • Quando il giorno verrà, regia di Herman Shumlin (1943)
  • Ho baciato una stella, regia di Delmer Daves (1944)
  • La signora Skeffington, regia di Vincent Sherman (1944)
  • Il grano è verde, regia di Irving Rapper (1945)
  • L’anima e il volto, regia di Curtis Bernhardt (1946)
  • Il prezzo dell’inganno, regia di Irving Rapper (1946)
  • L’uomo proibito, regia di Bretaigne Windust (1948)
  • Vorrei sposare, regia di Bretaigne Windust (1948)
  • Peccato, regia di King Vidor (1949)
  • Eva contro Eva, regia di Joseph L. Mankiewicz (1950)
  • L’ambiziosa, regia di Curtis Bernhardt (1951)
  • Telefonata a tre mogli, regia di Jean Negulesco (1952)
  • La fossa dei peccati, regia di Irving Rapper (1952)
  • La diva, regia di Stuart Heisler (1952)
  • Il favorito della grande regina, regia di Henry Koster (1955)
  • Pranzo di nozze, regia di Richard Brooks (1956)
  • Al centro dell’uragano, regia di Daniel Taradash (1956)
  • Il capro espiatorio, regia di Robert Hamer (1958)
  • Il grande capitano, regia di John Farrow (1959)
  • Angeli con la pistola, regia di Frank Capra (1961)
  • Che fine ha fatto Baby Jane?, regia di Robert Aldrich (1962)
  • La noia, regia di Damiano Damiani (1963)
  • Chi giace nella mia bara?, regia di Paul Henreid (1964)
  • Quando l’amore se n’è andato, regia di Edward Dmytryk (1964)
  • Piano… piano, dolce Carlotta, regia di Robert Aldrich (1964)
  • Nanny, la governante, regia di Seth Holt (1965)
  • L’anniversario, regia di Roy Ward Baker (1968)
  • Connecting Rooms, regia di Franklin Gollings (1970)
  • Provaci ancora mamma, regia di Gerd Oswald (1971)
  • Agente segreto al servizio di madame Sin, regia di David Greene (1972)
  • Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
  • Ballata macabra, regia di Dan Curtis (1976)
  • Ritorno dall’ignoto, regia di John Hough (1978)
  • Assassinio sul Nilo, regia di John Guillermin (1978)
  • Gli occhi del parco, regia di John Hough (1980)
  • Family Reunion, regia di Fielder Cook (1981)
  • Le balene d’agosto, regia di Lindsay Anderson (1987)
  • Strega per un giorno, regia di Larry Cohen (1989)

Bette Davis Filmografia – Televisione

  • Alfred Hitchcock presenta, (Serie TV 1 episodio) (1959)
  • Il virginiano, (Serie TV) (1962)
  • Gunsmoke, (Serie TV) (1966)
  • The Judge and Jake Wyler, regia di David Lowell Rich (1972)
  • L’ombra di Jennifer, regia di Gordon Hessler (1973)
  • Hello Mother, Goodbye, regia di Peter H. Hunt (1974)
  • La scomparsa di Aimée, regia di Anthony Harvey (1976)
  • The Dark Secret of Harvest Home, (Miniserie TV) (1978)
  • L’abisso – Storia di una madre e di una figlia, regia di Milton Katselas (1979)
  • Skyward, regia di Ron Howard (1980)
  • A piano for Mrs. Cimino, regia George Schaefer (1982)
  • Gloria Vanderbilt, regia di Waris Hussein (1982)
  • Right of Way, regia di George Schaefer (1983)
  • Assassinio allo specchio, regia di Dick Lowry (1985)
  • Quando l’estate muore, regia di Jean-Claude Tramont (1986)

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