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Be Kind Rewind – Gli Acchiappafilm – Recensione

Una divertente commedia in bilico tra surreale, poesia e commozione

(Be Kind Rewind) Regia: Michel Gondry – Cast: Jack Black, Mos Def, Danny Glover, Mia Farrow, Melonie Diaz, Irv Gooch, Chandler Parker – Genere: Commedia, colore, 98 minuti – Produzione: USA, 2007 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 23 maggio 2008.

bekind-rewind“Si prega di riavvolgere il nastro” è l’esortazione che chiunque abbia mai affittato una cassetta vhs, avrà letto scritta sotto l’etichetta del titolo. E “Be Kind Rewind” è anche il titolo del quarto lungometraggio di Michel Gondry, il geniale regista francese che si è fatto conoscere in tutto il mondo con alcuni dei più innovativi e pluripremiati videoclip e pubblicità degli ultimi vent’anni.

Dopo aver affrontato, con “Se mi lasci ti cancello” (orrenda traduzione di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”) e il successivo “L’arte del sogno”, i meandri della mente innamorata e dell’inconscio onirico, questa volta Gondry si lascia prendere dalla nostalgia per il vetusto supporto magnetico, costruendoci intorno una divertente commedia citazionista, sempre in bilico tra il surreale, la poesia e la commozione.

Elroy Fletcher (Danny Glover) gestisce, aiutato da Mike (il rapper Mos Def), una scalcagnata videoteca, “Be Kind Kewind”, in un sobborgo di New York. A rendere vivaci le loro giornate ci pensa Jerry (uno scatenato Jack Black), improbabile meccanico che vive in una roulotte all’interno di uno sfasciacarrozze, ma che passa il tempo bazzicando il negozio di Fletcher.

Dopo aver inutilmente cercato di sabotare la centrale elettrica confinante il suo robivecchi, Jerry si ritrova completamente magnetizzato, finendo per cancellare tutti i film della videoteca. In assenza di Fletcher, i due giovani amici hanno la brillante idea di girare, su richiesta dei clienti, degli improbabili, ma creativi remake dei film ormai distrutti, armati di una vecchia videocamera beta e di tanta fantasia. L’idea piace, e in breve si ritrovano impegnati a tempo pieno a ri-girare, aiutati da una crew spontanea e sempre più numerosa, nuove versioni dei film più amati: da “Ghostbusters” a “King Kong”, da “Rush Hour 2” a “2001 Odissea nello Spazio”, da “Robocop” a “A spasso con Daisy”.

Quando la videoteca rischia però di chiudere a causa delle pendenze debitorie che gravano sull’edificio che la ospita, l’improvvisata “Be kind rewind productions” decide di girare un vero e proprio kolossal biografico sul mitico organista jazz Fats Weller, che secondo Fletcher sarebbe nato e cresciuto proprio in quel quartiere.

Con questo film, che fa a meno delle fin troppo contorte scritture cerebrali dello amico co-sceneggiatore di sempre Charlie Kaufman, Gondry si conferma un prodigioso artista artigiano illusionista, in grado di ricreare in pochi secondi/fotogrammi le atmosfere di film entrati nell’immaginario collettivo, non grazie ad effetti speciali mirabolanti, ma al solo utilizzo di scarti meccanici, spazzatura, scenografie cartonate e trucchi da prestigiatore, esaltati comunque da una tecnica registica fuori dal comune.

Aldilà degli omaggi cinematografici dichiarati, lo sfondo della vicenda e lo sguardo tenero e indulgente verso l’umanità varia e variopinta che gravita intorno alla videoteca, sembrano invece rimandare a film newyorkesi come “Smoke/Blue in the Face” ed in parte ad alcuni lavori di Spike Lee. È invece chiaramente targato Frank Capra il finale ottimista, utopistico ma non banale, in grado di divertire ed insieme commuovere lo spettatore.

Vassili Casula

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