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Basilicata Coast to Coast – Recensione

Vincente road movie made in Italy

Regia: Rocco Papaleo – Cast: Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno – Genere: Commedia musicale, colore, 105 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 9 aprile 2010.

basilicatacoast“Quattro musicisti, un cavallo e un carretto”: inizia così il viaggio di una band amatoriale attraverso la Basilicata, da costa a costa. I quattro protagonisti, Rocco, Salvatore, Franco e Nicola, uniti dalla passione per la musica e da una profonda amicizia, partono a piedi da Maratea per partecipare al concerto musicale di Scanzano Jonico, esibendosi durante il cammino e facendo conoscere le loro canzoni. A seguirli per il reportage che deve sponsorizzare alla stampa l’insolita iniziativa, la giornalista di una rivista parrocchiale, Tropea Limongi, scontrosa figlia di un onorevole, annoiata e amareggiata dalla vita.

Un viaggio terapeutico, ricco di incontri e contrattempi che rende il gruppo più affiatato, genera cambiamenti e fa riflettere. Da qui il titolo della pellicola, “Basilicata Coast to Coast”, un road-movie a tutti a gli effetti, con la strada che fa da protagonista sullo sfondo di un Sud Italia inedito e spesso dimenticato: la Basilicata in tutta la sua varietà di usanze, gente e paesaggio, dalla città, all’entroterra roccioso, fino al mare.

Prorompente e sentita l’interpretazione e la direzione del progetto da parte dell’artista lucano Rocco Papaleo, per la prima volta dietro la macchina da presa, felice di rendere omaggio alla sua terra natia e di lavorare con amici e colleghi di vecchia data da lui stesso coinvolti: Alessandro Gassman (Rocco), Paolo Briguglia (Salvatore), Max Gazzè (Franco) e Giovanna Mezzogiorno (Tropea Limongi).

La pellicola si sviluppa spontanea e lineare, accompagnata dall’intonazione di esilaranti canzonette, dalle composizioni della musicista Rita Marcotulli e dal nuovo pezzo del cantante Max Gazzè, “Mentre dormi”, posto a conclusione dell’avventura. Quest’ultimo, membro del cast, nel suo ruolo di personaggio “non parlante” è l’esempio visivo di una comunicazione archetipica più efficace, espressa attraverso note e silenzi. Oltre a lui, la parte di latin-lover spetta a Rocco, interpretato da un sempre affascinante ed ironico Alessandro Gassman, mentre il giovane e timido Salvatore ha il tenero volto di Paolo Briguglia.

Il cammino si svolge a contatto con la natura nel recupero di un legame ancestrale e genuino con la terra Basilicata, che, al di là di ogni rigido regionalismo, simboleggia l’attaccamento che chiunque prova verso la propria terra. Sincero e doveroso il brindisi rivolto da Papaleo ad un attore che ha già calcato questi luoghi: Gian Maria Volontè, interprete di Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli” (1979).

Sebbene il film è certamente ispirato al fervore giovanile degli anni ’70 e delle Beat Generation, il viaggio è in realtà una metafora di vita sui progetti ed i sogni perseguiti ogni giorno sotto l’impulso di incoraggiamenti, speranza e voglia di cambiamento: un’esperienza che, indipendentemente da come e dove si arriva, vale la pena vivere. È questo il messaggio che traspare o che il regista sembra voler comunicare tramite un film agrodolce, frammisto di scene comiche e crisi esistenziali, la cui arma vincente non solo è costituita da personaggi carismatici, ma anche da una fondamentale poetica musicale legata all’ambito teatro-canzone.

La sfida di riprodurre su grande schermo un progetto più facile da realizzare su palcoscenico è stata colta dal regista, a quanto sembra, in modo convincente: la sua opera prima, inserita in una cornice nuova e diversa del nostro sud, si configura infatti come racconto piacevole di problematiche e sentimenti semplici e profondi, a suon di musica e con allegra autoironia.

Elisa Cuozzo

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