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Barbecue – Recensione

Una delicata commedia che si muove tra paradossi e contraddizioni dell’amicizia

Regia: Eric Lavaine – Cast: Lambert Wilson, Florence Foresti, Franck Dubosc, Guillaume De Tonquedec, Lionel Abelanski – Genere: Commedia, colore, 98 minuti – Produzione: Francia, 2014 – Distribuzione: Academy2 – Data di uscita: 11 settembre 2014.

barbecueitaUn tipico gruppo di amici di vecchia data, tutta gente per bene: coppie sposate, una divorziata, che però condivide ancora lo stesso gruppo di amici, e infine uno scapolo.

Il regista Eric Lavaine presenta i personaggi di questa sua nuova commedia durante un barbecue domenicale, tutto avviene in linea con i più classici stereotipi: i bambini giocano, le donne preparano tutto, e gli uomini tengono una riunione attorno al barbecue per stabilire quale sia la miglior sistemazione delle salsicce sulla griglia. Si tratta di un flashback atto a presentare la situazione che sta per essere sconvolta dall’evento al quale sono dedicati i primi fotogrammi del film.

La pellicola inizia con la scena di una maratona alla quale sta partecipando tutto il gruppo di amici, la telecamera è puntata su Antoine che ha giusto il tempo di compiacersi dei suoi cinquant’anni ben portati prima di essere colpito da un infarto.

Antoine sopravvive al malore e comincia a riconsiderare alcuni aspetti della sua vita. Questo cambiamento lo carica di un certo cinismo che non mancherà di scaricare sui suoi amici nel momento in cui, per l’estate, si ritirano tutti in uno splendido casale nel Midì francese.

Attraverso il personaggio di Antoine il regista analizza tutti i luoghi più classici, le situazioni più comuni e, soprattutto, le inaggirabili contraddizioni, che caratterizzano l’amicizia. Tutto ciò con un’ironia delicata e costante che solo a tratti si fa plateale.

Un film piacevole, rivolto a tutti, forse con la voglia di dire che, paradossalmente, sono proprio gli amici, divenuti nel tempo capaci anche di annoiarci, le persone di cui abbiamo veramente bisogno nella vita; perché i loro difetti noiosi, che conosciamo fino alla nausea, possono annoiarci o addirittura nausearci solo perché, per affetto, li sentiamo anche nostri, altrimenti ci sarebbero indifferenti.

Claudio Di Paola

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