Eco Del Cinema

Banana – Recensione

Un film sulla difficoltà di prendersi la felicità, di giocare in attacco, di essere “brasiliani”

Regia: Andrea Jublin – Cast: Ascanio Balbo, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli, Camilla Filippi, Gianfelice Imparato – Genere: Commedia, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, 2015 – Distribuzione: Good Films – Data di uscita: 15 gennaio 2015.

bananaGiovanni, detto Banana, è un goffo ragazzino di quattordici anni che quando gioca a calcio con gli altri ragazzi nel solito campetto di periferia viene sempre costretto in porta, lui, convinto di avere grandi doti da attaccante, convinto di essere un profilo ‘brasiliano’, non si riserva mai di gettare in terra i guanti per involarsi verso la porta, dribblare tutti e… sbagliare la conclusione perdendo il pallone. Queste prodezze costano a Banana il suo buffo soprannome, oltre che l’inimicizia dei suoi coetanei, la quale, nella sua vita, si pone, tra l’altro, sullo sfondo di un nucleo familiare piuttosto fragile e incapace di costituirsi come sostegno.

Nonostante questi problemi, Giovanni è ancora convinto di poter essere felice, “non contento, proprio felice”. Il ragazzo ha infatti la sua strategia, nella vita come sul campo si sente un ‘brasiliano’, quindi, nonostante i reiterati fallimenti è certo di dover giocare in attacco per prendersi ciò che vuole. La sua positività e la sua energia raramente riusciranno ad abbattere le grigie barriere costituite da volti e luoghi di una squallida periferia romana, però la scelta di  Andrea Joblin di far vivere questa realtà attraverso gli occhi del ‘brasiliano’ riesce comunque a dare a tutto questo grigiore parecchie tinte da commedia; tutti i personaggi, dal padre frustrato alla professoressa depressa, passando per la madre insoddisfatta, la sorella delusa e i compagni di scuola aridamente disincantati, subiscono da parte del regista una caratterizzazione esasperata che, pur lasciandoli nella loro miseria, li rende delle simpatiche macchiette.

“Banana” è dunque  un film  che, mescolando in giusta misura registri comici e tragici, parla della difficoltà di essere felici, o quanto meno di volerlo, quando il mondo che ci circonda si manifesta ostile e squallido in ogni sua parte.

Claudio Di Paola

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