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Alamar

Recensione

Alamar – Recensione: un’opera con un approccio quasi documentaristico diretta da Pedro Gònzales-Rubio

Alamar scena film

Il piccolo Natan/Natan Machado Palombini è il frutto dell’amore tra Roberta/Roberta Palombini, una donna italiana in vacanza in Messico, e il pescatore Jorge/Jorge Machado, che vive nell’atollo caraibico di Banco Chinchorro. I due si sono separati dopo la nascita del bimbo, che è tornato in Italia con la madre.

In vacanza, il ragazzino avrà modo di vivere una straordinaria avventura con il padre e il nonno Matraca/Nestor Marin nella natura più selvaggia. Sulla sua strada, tra fondali trasparenti e foreste di mangrovie, incontrerà un uccello bianco che volerà via lo stesso giorno del suo ritorno alla civiltà.

Uno straordinario romanzo di crescita ambientato in una vero paradiso naturale diventato nel 1996 Riserva Naturale della Biosfera dall’Unesco

È un fantastico mix tra realtà e finzione “Alamar”, l’opera prima di Pedro Gònzales-Rubio, un giovane regista belga di origine messicane. Il film, girato nel 2009 è distribuito sui grandi schermi in Italia grazie all’impegno dell’Ahora! FILM produttore e distributore indie in collaborazione con Barz and Hippo e Rossosegnale.

La storia raccontata, della coppia Roberta/Jorge e del piccolo Natan, è interpretata da loro stessi. A questi personaggi si aggiunge il vecchio Matraca, vero pescatore e dulcis in fundo Blanquita, l’uccello bianco che li segue ovunque.

Lo spettatore si ritrova letteralmente catapultato in un posto fuori dal mondo. Si vive in palafitte in mezzo al mare e le giornate scorrono lente secondo i ritmi della natura. Tutta la storia è centrata sul rapporto padre/figlio. L’approccio è molto minimal e la pellicola funziona bene proprio per questo.

“Alamar” è una sorta di documentario senza esserlo, che toglie dalla narrazione ogni elemento superfluo. Il mare cristallino è uno degli indiscussi protagonisti e pervade tutto.

L’opera prima di Pedro Gonzòles-Rubio è un piccolo gioiellino che esce da tutti gli schemi. Anche il circuito distributivo è molto alternativo e dimostra che un cinema indie può avere il suo posto anche in Italia.

Marco Marchetti

Trama

  • Regia: Pedro González-Rubio
  • Cast: Jorge Machado, Roberta Palombini, Natan Machado Palombini, Nestór Marín
  • Genere: Drammatico, Colore
  • Durata: 73 minuti
  • Produzione: Messico, 2009
  • Distribuzione: Ahora! Film
  • Data di uscita: 25 maggio 2017

Alamar locandina filmUn’emozionante storia che profuma di paesi lontani e civiltà fuori dal nostro tempo, quella raccontata dal giovane regista messicano Pedro González-Rubio in “Alamar”, film dall’animo profondo, immerso in un’immenso oceano di meraviglie.

In una scogliera madreporica, circondata da un mare incontaminato, con acque bianche e cristalline, vive un vecchio pescatore. Matraca, così si chiama l’uomo, sopravvive esercitando il mestiere con metodi antichi e ormai quasi del tutto perduti nel Banco Chinchorro, un’estesa barriera corallina tra le più grandi del mondo, che lascia senza fiato, persa nei mari del Messico.

Un giorno, suo figlio Jorge, lo raggiunge con il piccolo Natan, il nipotino di cinque anni, che solitamente vive in Italia dalla sua mamma. Prima che il bambino inizi la scuola, Jorge vuole fargli conoscere le sue origini e fargli scoprire l’incantevole paradiso in cui vive. Abbracciati dal Banco Chinchorro, in compagnia del nonno pescatore, Natan e Jorge riscoprono giorno per giorno un fortissimo legame con l’ambiente e la natura circostanti, imparando a perlustrare l’affascinante mondo che si cela sotto la superficie dell’oceano.

Alamar: un viaggio tra cielo e terra alla scoperta della natura

“Alamar” è un viaggio fatto di immagini e di colori per cui il regista Pedro González-Rubio sceglie una fotografia quasi documentaria. Sono i colori a parlare, gli sguardi e gli sfondi del paesaggio che rivelano un’armonia tra uomo e natura quasi dimenticata. In questa meraviglia del creato, perduti in un paradiso lontano dal mondo ‘reale’, in un contesto quasi onirico, Natan e suo padre comprenderanno a fondo anche l’importanza ancestrale del loro rapporto; in un’esperienza quasi mistica che difficilmente il bambino riuscirà a dimenticare una volta tornato a casa.

Trailer

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