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A Prayer Before Dawn

Recensione

A Prayer Before Dawn – Recensione: la dolorosa discesa nell’inferno di un carcere thailandese di un giovane britannico

A Prayer Before Dawn recensione
Con “A Prayer Before Dawn”, il regista Jean-Stéphane Sauvaire porta sul grande schermo una storia vera, quella di Billy Moore. Cresciuto a Liverpool alla fine degli anni Settanta, Billy cade giovanissimo nel tunnel della droga, per sfuggire alle continue violenze subite in famiglia. Entra ed esce dal riformatorio fino a quando non conosce il mondo della boxe, per lui un vero salvavita. Nella speranza di iniziare una nuova vita Billy si trasferisce in Thailandia, ma un brutto incidente lo rende dipendente dalla morfina, facendolo sprofondare nuovamente negli inferi.
Quello che mostra il regista francese è un viaggio all’interno del carcere thailandese in cui il ragazzo viene rinchiuso, un luogo in cui la vita umana non ha valore, e la soglia che separa la vita dalla morte è davvero esile.

Sauvaire dirige abilmente un racconto dai tempi volutamente dilatati, lasciando spesso lo spettatore attonito per le condizioni disumane in cui Billy e tutti i detenuti devono sopravvivere. Una fotografia grigia, sporca, rende l’idea del malessere fisico ed emotivo in cui piomba il protagonista, coinvolgendo e disturbando chi osserva scorrere sullo schermo il dramma di queste vite perdute.

A Prayer Before Dawn: il racconto della non vita all’interno dell’istituzione carceraria thailandese

La storia di Moore è anche un esile anelito di speranza, che mostra il potere salvifico della boxe, in questo caso, e dello sport in generale, che, con la dedizione che richiede, può assurgere ad ancora di salvezza in situazioni estreme come questa: riavvicinarsi al pugilato regala a Billy un motivo per rimanere a galla.
Ad interpretare Billy Moore è Joe Cole, che si cala anima e corpo nel ruolo, trasmettendo a pieno le tante sfaccettature dei suoi tormenti, delle sue insane dipendenze, quel suo lento distaccarsi dalla vita, se vita si può chiamare quella all’interno di quei penitenziari.

La sua performance eccellente è, assieme all’ossatura drammaturgica, asse portante di tutta la narrazione. Ad un Occidente che continua a puntare l’indice sul sovraffollamento carcerario e sulla necessità della riabilitazione sociale dei detenuti, fa da contraltare una situazione in cui vengono a mancare quei minimi diritti incontestabili per ciascun essere umano.

A Prayer Before Dawn: una pellicola che lascia il segno

Presentata nella selezione ufficiale del Festival di Cannes e della Festa del Cinema di Roma, tratto dall’omonima autobiografia, il film di Jean-Stéphane Sauvaire non passa inosservato, perché racconta una storia estrema con garbo. I tempi dilatati rendono realistiche le situazioni, l’alternanza di rumori e silenzi frastornano e al contempo stimolano la riflessione; i discorsi in thailandese degli altri carcerati (Moore è l’unico occidentale in carcere) facilitano l’empatia col protagonista. Billy, seppur lontano dalle nostre esistenze ordinarie, in questa situazione estrema di lotta per la sopravvivenza, ha in se, simbolicamente, quel senso di solitudine che alimenta le paure di ciascuno.
“A Prayer Before Dawn”, girato, con le difficoltà che questo ha comportato, in un ex carcere in Thailandia, è un film duro, onesto, che non fa sconti allo spettatore, ma non indugia mai sulla sofferenza, semplicemente la mostra nella sua reale e devastante potenza.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Regia: Jean-Stéphane Sauvaire
  • Cast: Joe Cole, Vithaya Pansringarm, Panya Yimmumphai, Nicolas Shake, Pornchanok Mabklang, Sura Sirmalai, Komsan Polsan, Billy Moore, Chaloemporn Sawatsuk, Sakda Niamhom
  • Genere: Azione, Colore
  • Durata: 120 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, Francia, 2017
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: n/d

"A Prayer Before Dawn" locandina“A Prayer Before Dawn” è la vera storia di Billy Moore, giovane inglese dedito alla boxe, e in particolare si sofferma sulla sua tragica esperienza quando viene rinchiuso in una prigione thailandese, dove l’essere umano non viene rispettato. Il ragazzo inizialmente sembra arrendersi a quel mondo di droga e violenza, ma trova la forza di rialzarsi grazie alla boxe thailandese, che gli apre gli occhi e gli fa capire che può riuscire a sopravvivere.

“A Prayer Before Dawn” presentato in anteprima al Festival di Cannes

“A Prayer Before Dawn” è stato presentato al Festival di Cannes del 2017, e nello stesso anno, figura nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma.

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