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1981: Indagine a New York (2014)

Recensione

1981: Indagine a New York – Recensione: il rifiuto etico del compromesso necessario

1981: Indagine a New York

Cosa avviene quando una forza inarrestabile incontra un ostacolo inamovibile? Cosa accade quando la forza inarrestabile è composta da un pulviscolo di elementi eterogenei che aggrediscono da ogni angolo, mentre l’ostacolo inamovibile è il pugno chiuso di un singolo uomo arroccato in una fortezza di intransigenza etica?
La rappresentazione di J.C. Chandor è ben delimitata nei confini angusti dello spazio e del tempo: New York in un frangente del 1981, l’anno che ha registrato il tasso di criminalità più elevato, aspetto contestuale che il titolo originale dell’opera (“A Most Violent Year”) punta da subito a mettere in luce come termine di confronto ineludibile.

Il protagonista, un Oscar Isaac perfettamente intonato con la sobrietà e la rigorosa asciuttezza della regia, è un imprenditore che ha fatto dell’onestà qualcosa di più di una semplice virtù: una missione da perseguire, una condizione imprescindibile alla base di ogni manovra. Deve quindi fare i conti con l’ambiente che lo circonda e lo aggredisce a più riprese e da più parti: i camion che trasportano il suo petrolio sono soggetti a dirottamenti; la procura avvia una serie di azioni mettendo in discussione la legalità di alcune transazioni finanziarie; l’acquisto di uno stabilimento strategicamente collocato sul fiume è messo a repentaglio da una serie di eventi che lo costringono a una folle corsa contro il tempo per reperire la liquidità necessaria.

1981: Indagine a New York: l’apologia del sogno americano in una rappresentazione sobria e misurata

In “1981: Indagine a New York”, Oscar Isaac viene assurto a emblema del sogno americano nella sua incorrotta costituzione originaria: la carica utopica confluisce così nella fermezza e nella presenza di spirito di un singolo individuo, che la applica in una battaglia donchisciottesca contro la corruzione, l’avidità e la violenza dilagante.
L’occupazione del protagonista, astro ascendente del mercato petrolifero, è in qualche modo sintomatica di questo aspetto, e in questo senso potrebbe istituirsi una comparazione antitetica – al netto delle enormi differenze di contestualizzazione storica, struttura narrativa e spessore artistico della rappresentazione – con il capolavoro di P.T. Anderson, “Il petroliere”, in cui lo stesso sogno americano, sintetizzato nel modello capitalistico, è decostruito a partire dalla trattazione dell’oro nero (lì in fase di produzione, qui in fase di distribuzione).

Il serio moralismo che permea la narrazione di J.C. Chandor ha come conseguenza una focalizzazione nitida e progressivamente esclusiva sul personaggio principale, senza che questo aspetto precluda lo sviluppo di alcune significative linee secondarie: in particolare la crisi esistenziale che coglie un giovane autista di camion, per via dello stress causato dalla minaccia costante degli assalti e dei dirottamenti, e il tratteggio della relazione ricca di tensioni tra il protagonista e la giovane moglie (Jessica Chastain), cresciuta in ambiente malavitoso e spontaneamente portata a scatti di aggressività.

La fotografia, fortemente tendente al grigio, cristallizza una New York molto lontana dagli standard iconografici del cinema americano: al posto dei grattacieli e della caotica megalopoli ci confrontiamo con vaste distese di spazio cementificato, fabbricati e ville campagnole di periferia; un contesto ambientale esteso e al tempo stesso oppressivo, contraltare dialettico minaccioso e ricco di sfaccettature che ingaggia una risoluta battaglia contro l’affermazione etica, e in ultima istanza economica, del protagonista.

Marco Donati

Trama

  • Titolo originale: A Most Violent Year
  • Regia: J.C. Chandor
  • Cast: Oscar Isaac, Jessica Chastain, David Oyelowo, Alessandro Nivola, Albert Brooks, Elyes Gabel, Catalina Sandino Moreno, Peter Gerety, Christopher Abbott, Ashley Williams, John Procaccino, Glenn Fleshler, Jerry Adler, Annie Funke
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 125 minuti
  • Produzione: USA, 2014
  • Data di uscita: 4 Febbraio 2016

1981: Indagine a New York - locandinaCon l’appoggio della sua famiglia, il protagonista di “1981: Indagine a New York”, Abel Morales, tenta di imporre la propria attività sul territorio: ma non ha fatto i conti con la criminalità organizzata e, soprattutto, sugli speculatori che dovrebbero invece garantire delle sicurezze agli investitori. In un vortice di corruzione e principi morali, Abel si troverà a mettere in discussione tutto quelli in cui crede, trovandosi al confine tra legalità e criminalità e non sapendo quale lato varcare.

1981: Indagine a New York: il terzo lungometraggio di J. C. Chandor

“1981: Indagine a New York” è il terzo lungometraggio del regista e sceneggiatore J. C. Chandor, nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale per “Margin Call” nel 2012. La pellicola si incentra sul tentativo di scalata sociale da parte di un immigrato in un’America corrotta nello spirito.

La pellicola vede nel suo cast, tra una grande quantità di interpreti come David Oyelowo, Alessandro Nivola e Albert Brooks, anche il celebre Oscar Isaac (“A proposito di Davis”, “Ex Machina” e “Star Wars: Il risveglio della Forza”) e Jessica Chastain (“Interstellar”, “Sopravvissuto – The Martian” e “Il cacciatore e la regina di ghiaccio”).

 

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